Scontro nel governo sul divieto di installare pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli, fatto inserire dal ministro dell’Agricoltura, il meloniano Francesco Lollobrigida, nella bozza di un decreto che arriverà la settimana prossima in Consiglio dei ministri. Venerdì il ministero dell’Ambiente ha fatto sapere che “la proposta non risulta condivisa“. E sono insorte anche le associazioni di impresa del settore, con Elettricità Futura e Utilitalia, che hanno scritto ai ministri invitandoli a scongiurare il blitz. Mentre Coldiretti, da sempre contraria all’agrivoltaico, difende la scelta. Nel tardo pomeriggio è dovuto intervenire direttamente il ministro dell’Ambiente e dell’energia, l’azzurro Gilberto Pichetto Fratin, a gettare acqua sul fuoco: i due ministeri, ha fatto sapere “stanno interloquendo per trovare la migliore formulazione”. Ma cosa prevede la norma della discordia? “Le zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici sono aree non idonee all’installazione degli impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra”, si legge all’articolo 6 della bozza. Una previsione “non condivisa” secondo fonti del ministero di Pichetto, che a febbraio ha destinato proprio all’agrivoltaico trenta milioni di euro di incentivi, per arrivare a 1,04 gigawatt di potenza installata al 2026. Obiettivo che la nuova regola, se diventerà legge, rischia di far saltare.

Per questo motivo aspre critiche sono arrivate da Italia Solare, che riunisce le imprese del settore: “Il decreto non fa gli interessi del settore agricolo, dove c’è tanto consenso per l’agrivoltaico, e neppure quelli dei cittadini italiani, che vogliono indipendenza energetica e bollette basse”. L’associazione smentisce che i pannelli sottraggano terreno alle coltivazioni: gli impianti, afferma, coprirebbero solo lo 0,24% della superficie agricola nazionale, e anche al di sotto di essi resta possibile coltivare e far pascolare, con un guadagno supplementare per i proprietari dei terreni proveniente dalla produzione elettrica. Nel pomeriggio Elettricità Futura, l’associazione delle imprese elettriche, e Utilitalia, la Federazione delle utilities, hanno scritto una lettera congiunta ai ministri Lollobrigida e Pichetto, chiedendo di “riconsiderare” il divieto: la norma, scrivono, “determinerebbe una battuta d’arresto per gli investimenti necessari a conseguire gli obiettivi di transizione energetica fissati dal governo stesso e le relative ricadute positive di carattere economico ed occupazionale”.

A spingere per confermare la bozza però è Coldiretti, una delle principali associazioni degli agricoltori, che con l’attuale governo ha un rapporto privilegiato. “Per tutelare l’agricoltura nazionale occorre anche un deciso stop al fotovoltaico selvaggio, con la copertura di intere aree agricole produttive con distese di ettari di pannelli a terra”, scrive la sigla. Che precisa di non essere “contro le rinnovabili, come dimostra anche la forte partecipazione alla misura del Pnrr per gli impianti fotovoltaici sui tetti di stalle e cascine”. Nel tardo pomeriggio arriva la precisazione di Pichetto: “Confermo che i rispettivi uffici stanno interloquendo per trovare la migliore formulazione a tutela, da un lato, degli agricoltori e dei loro terreni agricoli, e, dall’altro dei target di decarbonizzazione da raggiungere e gli investimenti delle imprese. Sono convinto che riusciremo a raggiungere il risultato da tutti auspicato”.

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