Almeno quarantadue persone sono rimaste uccise a causa dello scoppio di una diga in una città a nord della capitale del Kenya, Nairobi. Da metà marzo in Kenya è emergenza ambientale, con inondazioni che, da settimane, stanno devastando il paese. Le forti piogge hanno già causato circa un centinaio di morti. L’ultimo incidente risale a lunedì 29 aprile, quando il crollo di una diga, vicino a Mai Mahiu, nella contea di Nakuru, ha causato decine di morti e dispersi.

Lo riporta la Cnn, citando la governatrice Susan Kihika, secondo cui il bilancio potrebbe aumentare in modo significativo. La potenza delle acque liberate dal collasso della struttura ha spazzato via case e veicoli. Le squadre di soccorso sono all’opera nel tentativo di trovare eventuali sopravvissuti, cercando nel fango e tra le macerie. “Quarantadue è una stima prudente. Ci sono ancora molte persone sepolte nel fango, stiamo lavorando per il loro recupero”, ha detto Kihika.

Il Kenya ha intanto rinviato di una settimana la riapertura delle scuole a causa delle piogge. Il ministero dell’Istruzione domenica sera ha spiegato che alcune scuole sono rimaste “colpite” dall’alluvione. I media locali hanno riferito che più di 100 scuole sono state allagate, alcune con muri crollati e tetti spazzati via. Domenica, inoltre, una barca si è capovolta nella contea di Garissa, nel nord del Kenya. I servizi di soccorso hanno riferito che più di una dozzina di persone risultano ancora disperse a causa dell’incidente.

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