Durante il suo discorso alla kermesse di Fratelli d’Italia a Pescara, parlando di immigrazione Giorgia Meloni è tornata sull’accordo stretto con l’Albania per istituire lì, sotto giurisdizione italiana, due centri per migranti. Nel merito, la premier ha attaccato la trasmissione di Rai3 Report che nei giorni scorsi ha mandato in onda un servizio sul protocollo con Tirana. “Quando abbiamo stretto accordo con Edi Rama apriti cielo, la sinistra ha proposto di cacciarlo dai socialisti europei invece di ringraziarlo per aver agito in nome della solidarietà europea, lo hanno linciato”, ha spiegato. E poi: “Addirittura Tele-meloni, ce l’avete presente no Tele-Meloni? Ha confezionato un servizio sull’Albania in cui si dipingeva come un narcostato. Aiutatemi a mandare a Rama e a tutto il popolo albanese la nostra solidarietà”. Applausi.

A ben guardare, però, la trasmissione di Sigfrido Ranucci non è nemmeno riuscita ad essere originale. Già nel 2020, infatti, c’era chi accusava l’Albania di essere un narco-stato, anche in Italia. Ma allora non si trattava di Report né di qualche esponente della sinistra. In un articolo per il Giornale del 2 aprile 2020, l’intellettuale di destra nonché presidente della Fondazione Tatarella, il giornalista Francesco Giubilei, ha sostenuto che i trenta medici inviati allora da Tirana, a sostegno dell’Italia alle prese con la pandemia, fossero in realtà un’operazione di propaganda del governo di Edi Rama. Un governo “incostituzionale” per “irregolarità nelle elezioni”, secondo la tesi dell’allora presidente della Repubblica Albanese, Ilir Meta, ripresa da Giubilei. E infine: “Secondo l’ex Presidente ed ex Primo Ministro Sali Berisha – riportava Giubilei – “l’Albania è diventata una specie di dittatura basata sul traffico di droga, un vero e proprio narco-stato”. Tesi che, lo stesso giorno, Giubilei rilancia anche sul suo profilo Facebook.

Prolifico scrittore, da giovanissimo Giubilei ha dato alle stampe il libro “Giovinezza“. In età più matura ha dedicato un intero volume a Giorgia Meloni, “uno dei leader politici più amati dagli italiani”. E’ sempre nel 2020, quando la leader di Fratelli d’Italia ancora non chiedeva applausi per Rama e non rivendicava l’amicizia tra Italia e Albania ad ogni occasione. Oggi le cose sono cambiate, anche per Giubilei, che sull’accordo con Tirana parla di “risultato importante“. Insomma, se in piena pandemia suggeriva di guardare in bocca a caval donato, oggi non più, con buona pace di quanto scriveva, con dovizia di particolari. “Ogni anno in Albania nasce un fondo da miliardi di dollari per riciclare il denaro della droga anche grazie a una cooperazione strettissima con i cartelli del sud America. Sono tonnellate di droga esportate verso l’Italia e l’Europa, basti pensare che per l’antimafia italiana il traffico di eroina è pressoché un’esclusiva della mafia albanese. Un narco-stato non può crearsi senza la complicità e la collusione della politica”, diceva l’articolo citando Berisha. Che non era l’unico a pensarla così: “Secondo Fatos Lubonja, uno dei principali intellettuali albanesi ed ex prigioniero politico per diciassette anni durante il regime comunista: “c’è una triangolazione di potere tra il mondo politico, economico e il narcotraffico” e aggiunge: “in Albania mancano i sistemi immunitari tipici della democrazia, il potere è in mano a bande, c’è un’economia instabile e non ci sono prospettive per il futuro”.

Non ultimo, nel pezzo Giubilei spiega che Rama ha messo le mani anche sulla giustizia. E parlando di un giornalista d’inchiesta albanese che ha ricevuto minacce proprio per denunciare il narcotraffico, aggiunge: “Ci vuole molto coraggio a denunciare pubblicamente le logiche e le dinamiche del sistema albanese”. E infatti, oggi che Rama e Meloni sono grandi amici, Giubilei si guarda bene dal farlo. “Giorgia è incredibile. Possiamo dire che è nata un’amicizia”, si legge in una delle tante interviste che il presidente albanese ha rilasciato alla stampa italiana negli ultimi mesi. “Ma soprattutto – ha ripetuto Rama in più occasioni – lei è una politica concreta, altro che pericolo fascista“. Almeno su questo, Giubilei potrà trovare il coraggio di dirsi d’accordo.

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