Gli espropri per il ponte sullo Stretto ai mafiosi e ai parenti del boss? “Su questo non sto seguendo il progetto dal punto di vista tecnico. L’importante è rispettare la legge nei confronti di chicchessia. Quindi la legge è sempre il caposaldo e l’indirizzo di tutti”. Ha risposto così il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi a margine dell’inaugurazione della caserma dei carabinieri a Santo Stefano d’Aspromonte, in provincia di Reggio Calabria, in un bene confiscato alla ‘ndrangheta. Il titolare del Viminale, quindi, ha affermato di non sapere molto sui lavori del ponte sullo Stretto perché non sta seguendo il progetto. Alla domanda precedente, però, proprio sul rischio infiltrazione mafiosa nei lavori delle grandi opere ha elogiato “un’architettura istituzionale che fa capo al ministero dell’Interno” parlando di “un’esperienza consolidata” in altre occasioni. “Ricordo una tra tutte – ha detto – il ponte di Genova dove siamo riusciti a coniugare velocità della realizzazione con un solido presidio antimafia. Quindi non è vero che il presidio antimafia che ormai riusciamo a mettere in campo può essere un intralcio alla velocità e alla realizzazione delle opere, ma possono andare di pari passo e sarà così pure sul ponte sullo Stretto”.

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