Dopo un lungo periodo di stallo gli Stati Uniti hanno sbloccato gli aiuti militari all’Ucraina. La Camera dei Rappresentanti di Washington ha, infatti, votato a favore del pacchetto – Ukraine Security Supplemental Appropriations Act – che contiene aiuti per 60,8 miliardi di dollari a favore dell’Ucraina. Il provvedimento è stato approvato con una maggioranza bipartisan: 311 voti a favore e 112 contrari. Durante la stessa riunione la Camera ha anche approvato i pacchetti di aiuti per Israele e Taiwan per un totale di 91 miliardi.

Oltre ai ringraziamenti immediati arrivati dal presidente ucraino Volodymyr Zelensky (“Sono grato alla Camera dei rappresentanti degli Stati Uniti, a entrambi i partiti e personalmente al presidente Mike Johnson per la decisione che mantiene la storia sulla strada giusta”) plaude al voto anche il segretario della Nato Jens Stoltenberg secondo cui il nuovo pacchetto “ci rende tutti più sicuri, in Europa e in Nord America”: lo stesso che venerdì aveva annunciato l’accelerazione dei Paesi Nato all’invio di armi a Kiev. Alla Camera Usa i sostenitori del provvedimento a favore di Kiev hanno iniziato a sventolare le bandiere dell’Ucraina e ad applaudire prima ancora dell’annuncio formale del risultato, quando è apparso chiaro che gli aiuti all’Ucraina sarebbero stati finalmente approvati. Venerdì era arrivato il primo primo via libera con i democratici che si sono schierati al fianco dello speaker repubblicano Mike Johnson in modo da superare l’opposizione guidata dalla trumpiana Marjorie Taylor Greene. Per il Cremlino il pacchetto di aiuti “ucciderà ancora più ucraini a causa del regime di Kiev”.

La legge per Kiev prevede più di 60 miliardi, di cui 23 resteranno in Usa per riapprovvigionare gli arsenali Usa, mentre 7,8 miliardi di aiuto finanziario diretto al bilancio ucraino saranno sotto forma di un prestito che potrà essere cancellato dal presidente. Previsto anche l’obbligo per il presidente di trasferire immediatamente i missili Atacms a lungo raggio all’Ucraina, salvo rischi gli interessi nazionali americani. Il Pentagono ha già fatto sapere di essere pronto a mandare la prima fornitura bellica nel giro di pochi giorni, dopo l’approvazione del Senato e la firma di Biden (attese nel weekend): la prossima settimana Kiev potrebbe avere nuovi pezzi di artiglieria, comprese le munizioni da 155 mm, e sistemi di difesa aerea, come i Patriot.

La Camera Usa ha approvato gli aiuti a Israele. Si tratta di 26 miliardi di dollari, di cui 9 per gli aiuti umanitari a Gaza. Oltre cinque miliardi sono destinati alla difesa aerea, dall’Iron Dome al David’s Sling e all’Iron Beam. Approvato anche il pacchetto di 8 miliardi di dollari di aiuti a Taiwan. Saranno destinati a rafforzare la politica americana nell’Indo-Pacifico contrastando la crescente influenza cinese: 3,3 miliardi per sviluppare nuove infrastrutture per i sommergibili, 2 miliardi di finanziamenti militari a Taiwan e altri alleati chiave della regione, e 1,9 miliardi per riapprovvigionare gli arsenali Usa con il materiale bellico fornito a Taipei e ad altri alleati nell’Indo-Pacifico.

Il voto arriva sull’onda dell’escalation del conflitto in Ucraina e delle sempre maggiori difficoltà al fronte di Kiev. Così come alte sono le tensioni in Medio Oriente, dopo il duello diretto tra Israele e Iran. Sviluppi che hanno indotto lo speaker repubblicano della Camera Mike Johnson a sfidare il rischio di essere sfiduciato dalla fronda trumpiana, contraria ai fondi per Kiev, e a portare in aula il maxi pacchetto di aiuti esteri già approvato dal Senato due mesi fa ma scorporandolo in quattro distinti progetti di legge. Una mossa – sostenuta anche dalla Casa Bianca – per consentire a tutti di esprimere il proprio dissenso (i repubblicani sugli aiuti all’Ucraina, i progressisti su quelli a Israele) ma incassando il risultato con maggioranze bipartisan garantite dall’appoggio determinante dei democratici. “Oggi i membri di entrambi i partiti alla Camera hanno votato per promuovere i nostri interessi di sicurezza nazionale e inviare un messaggio chiaro sulla potenza della leadership americana sulla scena mondiale”, ha affermato soddisfatto il presidente Joe Biden.

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