Uccise il figlio di tre anni, Adam, e la madre. Per Giulia Stanganini è stata confermata dalla Cassazione la sentenza d’appello a 27 anni. Il matricidio avvenne nell’aprile del 2020, in pieno lockdown, a Genova. Il corpo di Loredana Stuppazzoni fu smembrato e nascosto. La donna si presentò in Questura e raccontò di aver fatto a pezzi la madre. Successivamente le fu contestato l’infanticidio (22 novembre 2019 ) confessato a una compagna di cella. I giudici avevano dichiarato la donna seminferma.

In primo grado le era stato inflitto l’ergastolo ed era stata riconosciuta capace d’intendere. Lei ha sempre negato gli omicidi. In fase di indagini preliminari Stanganini, difesa dall’avvocato Chiara Mariani, venne sottoposta a due perizie: l‘ultima concluse che la donna era capace di intendere e volere al momento degli omicidi e parzialmente inferma quando fece a pezzi la madre. A inizio processo di secondo grado era stata disposta una nuova consulenza che ha stabilito un disturbo di personalità di tipo schizotipico oltre a un lieve deficit mentale.

Agli inquirenti aveva raccontato di avere trovato la madre impiccata e di avere deciso di disfarsi del corpo dopo due giorni per evitare che l’accusassero di averla uccisa. Indagando su quella macabra scoperta i pubblici ministeri Sabrina Monteverde e Stefano Puppo, avevano scoperto che la donna cinque mesi prima aveva ucciso il piccolo. Un omicidio premeditato come confermato dalle ricerche su internet che la Stanganini aveva fatto un mese prima della morte di Adam. “Come uccidere un bambino” , “mamme che uccidono figli”, “asfissia”, “gioco del foulard”. E poi un messaggio mandato all’ex compagno, padre del bimbo, 12 giorni prima della morte: “Buon anno a te e agli altri e buon Natale. Vedrai tra poco col piccolo Adam” aveva scritto nell’sms. La donna lo aveva soffocato, secondo gli inquirenti, perché non ne sopportava il pianto.

Una madre “inadeguata”, secondo il giudice Riccardo Ghio che aveva firmato l’ordinanza di custodia cautelare, rispetto ai compiti della maternità: il piccolo a tre anni veniva nutrito quasi completamente con omogeneizzati e talvolta veniva messo a dormire legato al passeggino. La nonna del bimbo aveva capito che la figlia aveva ucciso il nipotino e aveva iniziato ad accusarla di essere una assassina. Per questo, secondo gli investigatori, Stanganini avrebbe poi ucciso anche la madre.

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