Lunedì 15 aprile, durante un programma di Tele Radio Stereo dal titolo “Te la do io Tokyo“, i microfoni hanno raccolto la testimonianza di un ragazzo. Dice di chiamarsi Edoardo e racconta che ha scelto di effettuare il suicidio assistito in Svizzera il prossimo 22 maggio. Non una data casuale, ma il giorno in cui, a Dublino, si giocherà la finale di Europa League, la competizione europea per cui la Roma, squadra del cuore di Edoardo, è ancora in corsa. “Non volevo parlare dell’Udinese, ma volevo dire una cosa più generale – dice il ragazzo, quando gli viene data la parola – Io ho una malattia terminale, tale che non mi fa morire ma la qualità della vita è quella che è”. Tra i conduttori cala il silenzio, il discorso va avanti: “Mi sono rivolto a una clinica in Svizzera (per il suicidio assistito, ndr) e loro mi hanno mandato delle date. Una era il 22 maggio, ma nella mia testa mi sono detto: ‘Quel giorno ho qualcosa da fare’. Mi sono ricordato che c’è la finale di Dublino“. “Se c’è una cosa che vorrei, anche se è l’ultima, è la coppa” dice ancora la voce che in quel momento pare rotta dall’emozione.

La telefonata, terminata pochi secondi dopo, ha fatto il giro del web e sono cominciate le ricerche per rintracciare il giovane romano, che al momento non si è più fatto sentire. Il programma “Te la do io Tokyo” ha pubblicato una storia su Instagram con questo messaggio: “Abbiamo esortato Edoardo a mettersi in contatto con noi, ma non abbiamo ricevuto alcuna comunicazione. Sappi che qualora cambiassi idea, l’As Roma ti aspetta e con lei tutti noi”.

La conversazione, infatti, non poteva non arrivare alla società e al tecnico Daniele De Rossi, che nella conferenza stampa alla vigilia di Roma-Milan, quarto di finale di ritorno di Europa League, ha dichiarato: “Al di là del promettere la vittoria, che è una cosa che non posso fare, vorrei assicurare che daremo tutto per quel tifoso e per tutti gli altri. La questione ci ha toccato e la società sta cercando di rintracciarlo, a patto che lui lo voglia. Se lo desidera, siamo qui. Rispettiamo la sua voglia di restare anonimo, ma se vorrà noi siamo pronti ad accoglierlo”.

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