I negozi di tre piccoli comuni italiani – Alatri e Veroli (Frosinone) e Canicattì (Agrigento) – sono gli unici a non poter partecipare ai principali concorsi a premi abbinati alla vendita di prodotti per la casa e generi alimentari di noti marchi. Sì, molto strano. Ma perché proprio quei tre comuni? Lo dice il regolamento del concorso – “Marchi del benessere, Il buono che ti Premia, scopri il gusto di volerti bene” – che lo chiarisce, nero su bianco: aperto ai consumatori che fanno la spesa in qualunque punto vendita italiano o della Repubblica di San Marino “esclusi i punti vendita dei Comuni di Alatri (Frosinone), Veroli (Frosinone) e Canicattì (Agrigento)“. Non solo. In alcuni casi l’esclusione riguarda anche i negozi di Grumo Appula (Bari) e Biccari (Foggia). E non importa se piccole botteghe o grossi ipermercati e supermercati: non devono trovarsi in quei tre centri.

Quando una casalinga indignata e delusa, con scontrini in mano e prove di acquisto si presenta dall’avvocato Enrico Pavia, la storia assume un’altra faccia. “Avvocà io ho vinto i buoni spesa ma questi non me li vogliono dare perché dicono che sono di Alatri”, sventolando davanti alla scrivania dell’incredulo legale le copie del regolamento scaricate on line e stampate. Il logo sui fogli è quello di uno dei più famosi marchi europei della grande distribuzione e, effettivamente, c’è scritto che dal gioco a premi pubblicizzato su tutte le reti nazionali sono esclusi i residenti dei tre piccoli comuni. Un concorso abbinato all’acquisto di prodotti super famosi. Un lungo elenco e i concorsi sono almeno tre. Gli esclusi? Sempre i tre comuni a cui si aggiungono anche i negozi nel Barese e nel Foggiano.

L’avvocato Pavia scrive, dunque, alle società che organizzano i concorsi legati agli acquisti dei grandi marchi. E dopo uno scambio di raccomandate, all’indignata casalinga vengono riconosciuti i 50 euro in buoni acquisto. La storia però non finisce qui. La signora porta al suo avvocato un’altra serie di rifiuti a riconoscerle i premi. Ma la casalinga, assieme ad un gruppo di sue amiche, è una professionista di questo tipo di concorsi: scaricano il regolamento, lo studiano, si confrontano in una chat, decidono dove e quando fare acquisti. E ogni tanto vincono. In palio ci possono ottenere consolle per videogiochi, viaggi, automobili. Nulla di illegale. Che lo stop del regolamento sia scattato per questo motivo?

Sulla questione ora l’associazione dei consumatori Aeci (Associazione Europea dei Consumatori Indipendenti) della provincia di Frosinone chiederà un chiarimento. Il presidente Matteo Loffredi ha inviato una richiesta all’Antitrust sottolineando come ci siano ignari consumatori che acquistano prodotti anche in quei negozi ma senza sapere di essere esclusi sin dal principio da ogni possibilità di vincere. Un’ingiustizia. Inoltre, l’avvocato Pavia è anche consigliere comunale di Alatri e ha deciso di presentare una mozione.

Articolo Precedente

Giovanni Storti al sit-in contro il codice della strada: “Il governo va nella direzione sbagliata. Milano? Niente verde, è in mano ai costruttori”

next
Articolo Successivo

Massima allerta per le rappresentanze iraniane in Italia, convocato il comitato di sicurezza

next