L’Agcom ignora le mire della maggioranza e approva senza modifiche la delibera sulla par condicio per le tv private. In settimana il centrodestra si è approvato da solo il regolamento in Vigilanza Rai. La proposta di Fdi-Lega e Noi Moderati (senza Forza Italia) è stata formulata ad hoc per assicurare sempre più spazio di parola al governo nella tv pubblica, restringendo quelli dedicati l’opposizione. La stessa cosa però non avverrà nelle tv private: il consiglio dell’Autorità garante per le comunicazioni, infatti, non ha introdotto cambiamenti al testo iniziale trasmesso alla Commissione di Vigilanza, che, nel regolamento valido per la Rai, era stato invece appunto modificato con il cosiddetto lodo Fazzolari.

“Il fatto che AgCom abbia approvato una delibera sulla par condicio per le tv private senza le modifiche volute dal centrodestra fa capire quanto grave sia stata la forzatura che la maggioranza ha messo in campo in commissione di vigilanza. La pronuncia dell’AgCom è uno schiaffo al “lodo Fazzolari” – che non si applicherà almeno alle TV private -, e a chi se lo è votato”, il commento del capogruppo M5S in commissione di vigilanza Rai, Dario Carotenuto. “È veramente spiacevole però pensare che il Servizio Pubblico dovrà sottostare nei suoi talk show a regole diverse più permissive per il governo. Hanno ridotto la Rai a una sorta di operatore telefonico progoverno: minuti illimitati per Giorgia Meloni e per i suoi ministri”, ha sottolineato Carotenuto.

Le opposizione denunciano da giorni l’assalto del centrodestra alla Par Condicio. Ma sul tema sono intervenute anche le associazione dei giornalisti. “Da oggi la Rai assomiglia di più all’Eiar” dell’epoca fascista, ha protestato il sindacato dei giornalisti Fnsi. “Non era mai successo”, ha scritto Sandro Rutolo, responsabile informazione del Pd, “che una maggioranza di governo per dare più spazio in Tv ai suoi ministri e sottosegretari si votasse da sola, dopo averlo stravolto, il regolamento della par condicio messo a punto dall’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni”. L’Agcom però, almeno per quel che riguarda la sua competenza sulle tv private, ha ignorato la tendenza impressa dal governo Meloni.

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