“Nessun raptus, gelosia o passione. Si tratta di un classico femminicidio che è stato determinato da un movente di possesso e di annullamento della volontà della vittima”. Le parole sono di Luca Ceccanti, procuratore capo di Aosta, e riguardano la vicenda di Auriane Nathalie Laisne, la 22enne francese trovata morta venerdì scorso a La Salle, in Valle d’Aosta. Teima Sohaib, indiziato principale per il delitto, è stato fermato mercoledì sera dalla gendarmerie a Lione ed è accusato di omicidio aggravato.

Nella conferenza stampa convocata per chiarire le circostanze di quanto accaduto tra il 26 e il 27 marzo scorso, Ceccanti ha aggiunto che il femminicidio “è essenzialmente tipico di una manifestazione di potere nei confronti della ragazza”. La vittima, originaria di Saint-Priest, cittadina dell’area metropolitana di Lione, è stata ritrovata in una chiesa diroccata sopra la località valdostana La Salle ed è stata identificata ufficialmente dai genitori accorsi dalla Francia. Sul sospettato pendeva già una misura cautelare: il divieto di avvicinarsi alla ragazza, imposto a seguire di atti di violenza domestica.

Il 21enne originario di Fermo e trapiantato nella Val d’Isère era stato fermato il 25 marzo scorso al traforo del Monte Bianco per un controllo di routine, ma dai database il divieto imposto dal giudice non era apparso. Così aveva potuto continuare il viaggio in compagnia di Auriane Nathalie Laisne, il cui corpo reciso da coltellate è stato ritrovato pochi giorni dopo nell’ex cappella della frazione Equilivaz. Sohaib, accusato di omicidio aggravato, verrà interrogato dalle autorità francesi prima che vengano avviate le pratiche di estradizione in Italia.

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