“Abbiamo avuto un incontro molto positivo sulla proposta italiana Food for Gaza” per “far arrivare beni alimentari alla popolazione civile di Gaza, ma per farli arrivare senza che finiscano nelle mani di Hamas serve l’autorizzazione e la disponibilità di Israele. E noi abbiamo deciso di investire altri 20 milioni di euro. Ho ricevuto una risposta assolutamente positiva” e Katz “mi ha garantito il sostegno alla nostra iniziativa, tant’è che ha accettato la mia proposta” di far partecipare al tavolo di lavoro “un rappresentante dell’ambasciata israeliana”. E’ quanto riportato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani dopo aver incontrato l’omologo israeliano Israel Katz. Alla riunione alla Farnesina hanno preso parte anche la vicedirettrice della Fao Beth Bechdol, il vicedirettore esecutivo del World Food Programme Carl Skau, il capo Dipartimento della Protezione civile Fabrizio Curcio e il presidente della Croce rossa italiana Rosario Velastro, anche in rappresentanza della Federazione internazionale della Croce rossa e della Mezzaluna rossa. Katz, ha spiegato Tajani, “ha quasi considerato un modello” l’iniziativa italiana di Food for Gaza.

Katz, da parte sua, ha chiesto a Tajani “di agire e di sostenere lo Stato di Israele per garantire che non venga presa alcuna decisione sul cessate il fuoco senza la condizione del rilascio immediato di tutti gli ostaggi“. “Gli ho detto che gli obiettivi principali sono il rilascio incondizionato di tutti i 133 rapiti e lo smantellamento dell’organizzazione terroristica Hamas”, ha riferito su X il ministro israeliano. “Ho ribadito al ministro la posizione italiana – ha riferito Tajani – di un cessate il fuoco e di sospendere la decisione di attaccare Rafah, ma allo stesso tempo gli ho ribadito che l’Italia chiede l’immediata liberazione degli ostaggi nelle mani di Hamas, cosa che ho detto anche ai familiari degli ostaggi che ho incontrato”. Il ministro ha infatti incontrato alcuni dei famigliari degli ostaggi israeliani, che domani a Roma saranno ricevuti anche da Papa Francesco. Quanto alla parte palestinese, Tajani ha detto di aver già invitato a Roma il primo ministro palestinese che è anche ministro degli Esteri Mohammad Mustafa. “Ho parlato a lungo con lui, l’Anp è l’organismo che noi riconosciamo, non parliamo con Hamas ma vogliamo continuare a rafforzare l’Anp e favorirne il rinnovamento. Mi auguro che possa venire presto in Italia perché l’obiettivo dell’Italia è due popoli e due Stati” e su questo “faremo molto anche come presidenza del G7”.

Intanto l’Egitto ha deciso di aumentare a partire da oggi, domenica 7 aprile, ad almeno 300, quasi triplicandolo, il numero di camion di aiuti umanitari, medici e alimentari per i palestinesi nella Striscia. Lo ha annunciato il capo dell’Ufficio stampa statale, Dia Rashwan, precisando che si tratta di una decisione “in conformità con la direttiva del presidente Abdel Fatta EI-Sisi”. Sono 322 i camion di aiuti entrati nella Striscia dall’Egitto verso le aree del nord di Gaza, durante i giorni del mese di Ramadan iniziato il 10 marzo. Dall’inizio dell’ invasione israeliana, dal valico di Rafah hanno transitato 19.354 camion, che hanno trasportato 19.952 forniture mediche, 10.435 tonnellate di carburante, 123.453 tonnellate di cibo, 26.692 tonnellate di acqua, 44. 103 altri materiali di soccorso, 2.023 tonnellate di tende e teloni e 123 ambulanze attrezzate, riferisce il portavoce egiziano. Sono invece stati accolti in Egitto, provenienti da Gaza, 3.764 feriti e malati insieme a 6.191 accompagnatori, 66.759 cittadini stranieri e con doppia cittadinanza, nonché 6.330 egiziani.

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