Sarà anche la città più bella del mondo, eppure Venezia, già trasformata in luna park dai visitatori mordi e fuggi, nonché in una slot machine per commercianti, ristoratori e venditori di souvenir, adesso si sta trasformando in serbatoio per le finanze pubbliche. Ufficialmente perché un gioiello fragile e delicato merita di essere protetto, mentre il flusso di italiani e stranieri che la prendono d’assalto in tutte le stagioni costituisce un costo per le casse comunali. In realtà, arrivi e partenze sono diventati una voce impressionante di entrate, alcune delle quali in una cornice conflittuale tra politica ed economia.

“I veneziani non dovrebbero subire ulteriori tasse” ha scritto qualche settimana fa Enrico Marchi, presidente di Save e dell’aeroporto Marco Polo, rinfocolando la guerra a colpi di marche bollate con il Comune, accusato di indebitarsi per costruire un nuovo stadio e di voler far cassa con un balzello su chi parte da Tessera. A stretto giro, la risposta del sindaco Luigi Brugnaro: “Questi vengono da tutto il mondo a fare festa e devono pagare i cittadini veneziani lo sporco”. Per chi vive in Veneto la diatriba è cosa nota, l’imprenditore e l’amministratore-imprenditore si stanno facendo la guerra in uno scenario economico dai numeri impressionanti.

Basta citare quattro capitoli per capire l’ampiezza del fenomeno: il ticket di accesso da 5 euro al giorno che comincerà sperimentalmente il 25 aprile, l’extra di 2,50 euro su ogni passeggero in partenza, che ha fatto imbufalire le compagnie low cost e Marchi, le multe (45mila in solo sei mesi) da 101 euro per automobilista nella ZTC del “Marco Polo” e una imponente tassa di soggiorno. Soldi, tanti soldi per la città sull’acqua che ha chiesto, con voto del consiglio comunale, 150 milioni di euro all’anno per i prossimi dieci anni quale rifinanziamento della Legge Speciale, visto che nel 2024 è prevista l’ultima tranche dei 285 milioni stanziati nel 2017 dal governo Gentiloni.

TICKET D’ACCESSO DA 5 EURO AL GIORNO. Manca un mese all’inizio della sperimentazione del biglietto di accesso, 5 euro al giorno da versare, con prenotazione su una piattaforma per i turisti che non siano veneti e non siano ospitati in strutture alberghiere. Nel 2024 si comincia con un calendario di 30 giorni, anche per testare una macchina sconosciuta, nella previsione di modulare in futuro il ticket da 3 a 10 euro al giorno. Un caso unico al mondo. Molti si chiedono come Venezia potrà organizzare un sistema di controllo, che ufficialmente serve a prevedere e limitare i flussi, con una media di 40mila visitatori. Nelle giornate di punta, ponti primaverili, grandi feste d’estate o di carnevale, che richiederanno il ticket, si superano anche le 100mila presenze, quando gli studi hanno fissato in 50mila unità la soglia sopportabile dal centro storico lagunare.

Nella pratica il giochino consentirà a Ca’ Farsetti, sede municipale, di incassare cifre considerevoli. Il conto è facile. Mille persone al giorno paganti significano (considerando 30 giorni annui) una somma di 150mila euro. Con diecimila si incamera un milione e mezzo, con 40mila 6 milioni di euro, con 50mila ticket si arriva a 7 milioni e mezzo. In fin dei conti, 5 euro per andare in un luna park sono una somma modesta che secondo gli esperti servirà solo a portare un po’ di soldi al Comune, non a risolvere il problema del turismo di massa.

IN AEROPORTO 2,5 EURO PER PASSEGGERO. Se il turista usa l’aereo, deve pagare un’addizionale comunale sui diritti d’imbarco di 2 euro e 50 centesimi, che si aggiunge ai 6,50 euro previsti negli aeroporti italiani. Compagnie come Ryanair hanno reagito riducendo i posti in vendita sul Marco Polo, il che ha portato Marchi a scrivere una lettera a Brugnaro piuttosto affilata, stimando in 50 milioni di euro all’anno la perdita di pil di tutto il Veneto e lanciando l’allarme per scelte delle compagnie “low cost” a favore di città concorrenti, come Bologna e Trieste. L’addizionale è attiva dall’1 aprile 2023 ed è stata resa possibile da una legge del Parlamento e da un accordo sottoscritto con la presidenza del Consiglio dei ministri. Finora il beneficio non è entrato nel bilancio comunale, ma si dovrebbe aggirare sui 12 milioni di euro all’anno. Il Comune ha deciso di attendere l’esito del ricorso in Consiglio di Stato promosso da Save e alcune compagnie.

MULTE AL “MARCO POLO”. Da settembre 2023 la ZTC (Zona a traffico controllato) dell’aeroporto è diventata una formidabile slot machine delle multe che vale 10 milioni di euro all’anno. All’accesso aeroportuale scattano, infatti, i controlli elettronici delle targhe. Un cartello spiega che si può rimanere all’interno per 7 minuti, con tolleranza di altri due minuti. Si interrompe il calcolo solo entrando in un parcheggio a pagamento, anche quello di sosta breve (20 minuti gratuiti), che però si riempie in fretta e provoca lunghe code. Molti automobilisti non hanno capito il giochetto, infatti a qualsiasi ora ci sono auto ferme all’interno della ZTC e al di fuori dei parcheggi, con il motore spento, in attesa che arrivino i passeggeri da prelevare. Non sanno che quando usciranno avranno abbondantemente superato il limite di tempo e si vedranno recapitare una multa di 83 euro, che con spese postali e procedurali arriva a 101,47 euro.

Chi paga entro 5 giorni ha uno sconto del 30 per cento. Nel massimo si può arrivare fino a 321 euro. Puntigliosamente, per far capire che a guadagnarci è il Comune, Save scrive sul proprio sito: “L’intero importo è incamerato dall’Ente che emette la sanzione per tramite delle proprie Forze di Polizia (non quindi da SAVE né da ENAC)”. In sei mesi le contravvenzioni sono state 45mila, il che dimostra come un numero enorme di automobilisti non capisca di cadere in una trappola. L’introito (autunno-inverno) è stato di 4 milioni di euro e si stima che in un anno solare possa arrivare a una decina di milioni.

UNA LAGUNA DI SOLDI. Ci sono poi 38 milioni di euro per le tasse di soggiorno, con valori superiori ai 37 milioni di euro del 2019, l’anno pre-pandemia. E gli introiti per la Zona a Traffico Limitato dei bus, che nel 2023 hanno portato in cassa altri 16 milioni di euro. Dal luna park al Casinò il passo è breve. La casa da gioco veneziana ha toccato lo scorso anno il massimo degli incassi, un record da 115 milioni di euro, pari a un netto di 19 milioni di euro.

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