Il campo largo rischia di morire a Bari. Se il capoluogo pugliese doveva essere il punto di ripartenza di un’alleanza organica tra Pd e Movimento 5 Stelle, adesso è rimesso tutto in discussione. Il motivo? Le conseguenze politiche e le differenti prese di posizione dopo la seconda inchiesta giudiziaria che ha colpito il centrosinistra barese e pugliese. In poche ore uno scontro verbale fortissimo ha smantellato l’accordo trovato dopo settimane di trattative, con le primarie che dovevano indicare il candidato unico del centrosinistra alle comunali di Bari sarebbe stato deciso dalle elezioni primarie. Che sono tuttora fissate per domenica 7 aprile, ma ormai la data è destinata a saltare.

Il primo a sfilarsi è stato Giuseppe Conte, che sostiene il candidato Michele Laforgia: “Non ci sono più le condizioni per svolgere seriamente le primarie” ha detto l’ex premier nel pomeriggio, rilanciando il suo candidato anche e soprattutto per una corsa unitaria: “Invito tutte le forze politiche, e anche quelle civiche, a convergere senza dividerci”. A stretto giro è arrivata la reazione – durissima – del Partito Democratico, che tramite una velina del Nazareno ha bollato come “incomprensibile” la scelta di Conte, intimando al M5s di “non dare lezioni di moralità a nessuno”. Con una postilla: “Siamo certi che il Pd insieme al centrosinistra vincerà di nuovo le elezioni contro questa destra”. Addio alleanza? A Bari certamente sì, almeno per ora, almeno al primo turno delle prossime amministrative, sempre che il comune non venga sciolto prima. Il tutto avviene alla fine di una giornata surreale. La cronaca.

Conte si sfila dalle primarie – “Non ci sono più le condizioni per svolgere seriamente le primarie“. Il leader del Movimento 5 Stelle Giuseppe Conte ha firmato la prima, vera conseguenza politica di giornata. Prima del comizio in favore di Laforgia, l’ex premier ha di fatto stracciato l’accordo con il Pd, rilanciando il proprio candidato: “Riteniamo che le ragioni che ci hanno spinto a sostenere il candidato Laforgia permangano immutate anzi si rafforzano”. Tradotto: avanti con Laforgia.

Per cosa? La spiegazione arriva a stretto giro: “Ci confronteremo con le forze politiche e civiche della coalizione per cercare di affrontare la campagna elettorale per Bari nel segno di un nuovo inizio, di un rafforzamento dei presidi di legalità, di massima trasparenza” E ancora: “Continueremo a lavorare con le altre forze ma pretendendo le massime garanzie per queste condizioni. Se non ci sono, noi non ci siamo”. Delle due l’una: avanti con Laforgia come candidato sindaco senza passare dalle primarie? Laforgia candidato unico del centrosinistra (quindi anche del Pd)? “Andremo divisi? No, noi siamo per uno spirito unitario, siamo sempre stati leali – ha spiegato Conte – Tutte le forze conoscono il nostro Dna, i nostri obiettivi e le condizioni indispensabili per lavorare insieme. Ho anticipato alle altre forze politiche la nostra determinazione sulle primarie – ha concluso – e spiegheremo le nostre regioni alle popolazione barese“.

“Per il M5s non ci sono le condizioni” – La palla, quindi, passa al confronto tra Pd e M5s, che in queste ore dovranno giocoforza trovare la soluzione a un impasse inaspettato e difficile da risolvere. Il leader del M5s, tuttavia, ha detto anche altro, ricordando che per il suo movimento “l’obiettivo della legalità e della trasparenza, del contrasto a ogni forma di corruzione è una premessa indispensabile per dare un contributo politico. Se non c’è questa premessa, noi non ci siamo”. E a Bari queste condizioni secondo Giuseppe Conte non ci sono? È sempre lui a spiegarlo: “A una prima inchiesta giudiziaria, si aggiunge oggi una seconda inchiesta in cui è coinvolto il voto di scambio, cose che noi stiamo denunciando da tempo: per il Movimento 5 Stelle non ci sono le condizioni per svolgere seriamente le primarie”.

Dal palco: “Convergere su Laforgia” – Una volta salito sul palco del comizio, Giuseppe Conte è andato anche oltre, rivolgendo una richiesta diretta sia al Pd che alle altre forze politiche della coalizione, compresi i movimenti e le liste civiche: “Crediamo di dover rinforzare la candidatura di Michele Laforgia invitando tutte le forze politiche, e anche quelle civiche, a convergere senza dividerci”. Un appello reiterato poco dopo: “Chiediamo alle forze politiche – ha aggiunto – di mantenere questo spirito unitario, di valutare approfonditamente la candidatura di Laforgia perché la sfida che ci attende a Bari è importante”. Per questo motivo Conte ha invitato a raccogliere “tutte le energie migliori e l’impegno” per non consentire “a questo centrodestra di poterci dare lezioni di legalità”.

Laforgia: “Chiederò l’annullamento delle primarie” – “Le primarie a Bari non si possono fare, non ci sono le condizioni per farle”: parola di Laforgia, confermando quanto annunciato da Conte. “Non abbiamo deciso niente di diverso da quello che è evidente a tutti – ha aggiunto prima di salire sul palco per l’evento con Conte e Vendola – non ci sono più le condizioni, le stesse condizioni che c’erano prima per fare queste primarie. Noi – ha concluso – chiederemo di sospenderle, lo chiederemo anche pubblicamente all’altro candidato Leccese. Spero che questa soluzione sia condivisa e che riusciremo a trovare una soluzione per tenere unita la coalizione”. Alla domanda su cosa farà a questo punto il Pd, Laforgia ha confermato: “Io sono candidato, non so quello che farà il Pd di certo stasera sono più candidato di ieri”. Il candidato da M5s, SI e Azione ha aggiunto di sperare che “nei prossimi giorni si possa trovare l’unità di tutta la coalizione, come noi tentiamo di fare da un anno”. Poi la chiusura totale su un suo eventuale passo indietro: “Come ho detto più volte io in questo periodo ho fatto molti passi in avanti, sono disponibile a fare altri passi in avanti. Oggi non ci sono le condizioni per fare un passo indietro, quello che è accaduto ci spinge a fare molti più passi in avanti”. Una presa di posizione che, a sentire Laforgia, è stata provocata dall’ultima inchiesta giudiziaria: “Quello che è accaduto oggi con gli otto arresti per un presunto voto di scambio è quello che noi temevamo potesse accadere – ha sottolineato – Le indagini non sono invenzioni, non scoprono quello che nessuno sa. Parliamo di un malaffare più volte denunciato – ha attaccato – un malaffare del quale il centrosinistra e i candidati sono vittima ma noi dobbiamo liberarci di questo problema – ha concluso – È arrivato il momento di liberarci”.

Vendola: “Unità del centrosinistra si costruisce sulla legalità” – “Io lavoro fino all’ultimo istante perché non ci sia questa ipotesi di andare divisi“. Parola del presidente di Sinistra Italiana, Nichi Vendola, prima di salire sul palco con Giuseppe Conte e Michele Laforgia. Ai giornalisti che gli chiedevano cosa direbbe al presidente della Regione, Michele Emiliano, Vendola ha risposto che “tutti dobbiamo fare questa opera di pulizia. Bisogna lottare per cercare di vincere senza avere paura di perdere perché la cosa peggiore non è perdere le elezioni, ma perdere l’anima“. “Noi – ha precisato – abbiamo il dovere di dare questa anima al centrosinistra, una speranza di cambiamento, emancipazione e libertà dalla forza di intimidazione dei clan”. E ancora: “L’unità del centrosinistra si costruisce sulla legalità e sul coraggio di rilanciare la sfida. Bisogna rigenerare la Primavera, bisogna avere il coraggio di vedere le cose sbagliate, gli errori che sono stati commessi, bisogna dire la verità e rilanciare”. Secondo l’ex governatore, “la coalizione del centrosinistra è quella che ha trasformato la Puglia e Bari e non è giusto che lo stigma della mafiosità possa annullare il cambiamento straordinario che per vent’anni il centrosinistra ha costruito in questa città”.

Il Pd: “No a lezioni di moralità, scelta incomprensibile” – A stretto giro è arrivata la replica del Partito democratico, che direttamente dal Nazareno ha inviato una velina durissima alle agenzie di stampa. Testuale: “La scelta di Conte di uscire dalle primarie è incomprensibile – si legge – Se il Movimento 5 stelle pensa di vincere da solo contro la destra, proceda pure. Ma abbia rispetto per la città di Bari – è l’accusa – per gli elettori di centrosinistra e non pensi di dare lezioni di moralità a nessuno”. E ancora: “Il Pd resta al fianco di Bari che ha già dimostrato quanto sia importante il Pd come presidio di legalità e di buona amministrazione. Siamo certi che il Pd insieme al centrosinistra vincerà di nuovo le elezioni contro questa destra”.

Pd Puglia: “Serve rispetto” – “In serata è arrivata anche una nota ufficiale del Partito democratico pugliese, che ha parlato di “ritiro unilaterale dalle primarie di Michele Laforgia che segue la analoga decisione del Movimento 5 Stelle. Siamo esterrefatti – si legge – perché questo incomprensibile sviluppo avviene a 48 ore dall’apertura delle urne. Al popolo del centrosinistra si deve più rispetto“. Il segretario del Pd Puglia, Domenico De Santis, poi ha spiegato che “i nostri volontari stavano organizzando i seggi, le schede, le urne presso le sedi prescelte. Noi chiediamo rispetto per la città di Bari, per gli elettori di centrosinistra e diciamo forte e chiaro che nessuno può pensare di dare lezioni di moralità agli altri”. “Chi diserta le primarie sbaglia perché divide la coalizione – ha attaccato – Noi vogliamo tenerla unita la coalizione, ma se si continua a voler imporre da sei mesi un nome e un solo nome a tutti i costi- è la tesi di De Santis – il sospetto che si volesse andare divisi dall’inizio è più che legittimo”. Poi l’ultimatum a Laforgia e ai partiti che lo sostengono: “Così non va, se non arriveranno segnali unitari seri, mettendo al centro la città e non le proprie legittime ambizioni personali, noi cominceremo la campagna elettorale con Vito Leccese. Se si vuole parlare e trovare l’unità noi ci siamo, e ci siamo sempre stati ma basta le imposizioni”.

Il candidato Vito Leccese: “Disponibile a soluzione unitaria, ma basta imposizioni” – Da registrare anche e soprattutto la presa di posizione dell’altro candidato alle primarie, Vito Leccese, il nome scelto dal Pd: “Prendo atto con rammarico delle dichiarazioni di Giuseppe Conte e Michele Laforgia. Le primarie di domenica non erano tra Laforgia e Sandro Cataldo. Erano tra Laforgia e me – ha detto – che nella mia lunga vita politica ed amministrativa non sono mai stato nemmeno sfiorato da avvisi di garanzia, da indagini o da sospetti di qualsiasi tipo. E per questo non prendo lezioni di legalità da nessuno. Apprendo che il candidato Laforgia chiede di sospendere le primarie a tre giorni dal voto – ha aggiunto – Io rimango comunque in campo. Discuterò con il Partito democratico e con le altre forze della coalizione, e come ho sempre fatto, mi rendo ancora una volta disponibile a trovare insieme una soluzione unitaria. Che però – ha concluso – non sia figlia di imposizioni, di ultimatum o di improbabili patenti di moralità“.

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