“Niente più che l’inizio di un iter burocratico”. È così che Carmelo Briguglio, avvocato di molti degli espropriandi del Ponte sullo Stretto, definisce l’ultima notizia di cronaca che ha scatenato il panico tra i titolari di proprietà nei pressi della nuova grande opera. Sarà pubblicato domani, infatti, l’avviso per l’apposizione del vincolo preordinato all’esproprio e alla dichiarazione di pubblica utilità, in vista dei lavori per il Ponte. “Lo abbiamo letto stamattina, c’ha messo una profonda ansia”, si sfoga Cettina Lupoi, proprietaria di una delle case interessate dall’esproprio. Per questo il legale rassicura: “È solo uno dei tre iter, sono tutti passaggi dovuti, ma fino all’approvazione del progetto definitivo da parte del Cipess non c’è niente di definitivo”.

Cosa succede dunque adesso? Inizia di fatto il countdown per tutti coloro i quali rientrino nel perimetro dei lavori collegati al ponte – anche quelli propedeutici – per formulare obiezioni, chiedere chiarimenti: gli espropriandi avranno 60 giorni di tempo. Saranno anche aperti degli sportelli, uno a Messina, al Palacultura, e l’altro a Villa San Giovanni, in Calabria, nella sede dell’ex Pretura, per prendere appuntamento e inoltrare le proprie richieste e per visionale il piano particellare degli espropri. Una fase scattata con l’approvazione da parte del Cda della Stretto di Messina Spa del progetto definitivo, approvato con le 68 raccomandazioni del comitato scientifico: in pratica gli esperti hanno approvato il progetto fatta salva la necessità di ulteriori approfondimenti.

Nel frattempo che le raccomandazioni passino concretamente a nuovi e più approfonditi studi, l’approvazione della relazione di aggiornamento del progetto ha di fatto avviato tutta la macchina burocratica. Assieme alla pubblicazione dell’avviso per gli espropriandi – che sarà pubblicato sui giornali e sui siti istituzionali di Sicilia e Calabria – verrà avviata la Conferenza dei servizi, per questo i sindaci di Villa e Messina andranno a Roma il prossimo 16 aprile per presentare le proprie richieste e obiezioni. Mentre è già stata avviata la procedura per la valutazione di impatto ambientale. Tutte fasi che confluiranno davanti al Cipess per l’approvazione del progetto definitivo: “Fino a questo momento non avverrà nessun esproprio e non potrebbe d’altronde in alcun modo avvenire”, spiega ancora Briguglio. “Sono notizie che ci mettono molta angoscia da un lato, mentre ci rendono ancora più combattivi dall’altro: tutto sembra avanzare a grandissima velocità senza ascoltare niente e nessuno, mentre le notizie che si diffondono gettano panico o confondono: dalle nostre parti sono tutti convinti che si tratterà di spostare 4 villette per le vacanze estive ma non hanno capito che la città tutta diventerà un enorme cantiere”, continua Lupoi, proprietaria di una delle case di Faro, il villaggio di mare di Messina dove sorgerà il pilastro del Ponte sul lato siciliano.

Gli “espropri previsti riguardano tutta la città fino a Contesse”, spiega ancora Briguglio indicando una zona di Messina distante da Faro più di 20 km. “Al di là della mia casa, è terribile l’idea che possano davvero portare a termine un disegno così perverso”, conclude Lupoi. Mentre Salvatore, espropriando anche lui, cittadino di 70 anni che ha chiesto di rimanere anonimo, protesta: “Uno sportello informativo, aperto un paio d’ore al giorno per tre giorni la settimana, con un appuntamento da concordare telefonando a Roma, è il massimo che Ciucci concede alle famiglie che temono per il loro futuro. Sportello che sarà aperto in una struttura comunale, messa a disposizione dall’amministrazione messinese che invece di tutelare i cittadini si mette al servizio di una società privata: non può funzionare così, avete fatto male i vostri conti”.

Nel frattempo si infittiscono sullo Stretto le assemblee dei comitati cittadini: “La strategia comunicativa della Stretto di Messina Spa aggiunge un’altra perla alla propaganda, cercando di convincere i meno attenti che ormai il dado è tratto e non si potrà più tornare indietro. La ‘pubblicazione di un avviso’ è l’ennesimo tentativo di distrazione di massa. La verità è che non c’è nessun progetto approvato, che arriveranno invece in tempo utile montagne di osservazioni, che partiranno innumerevoli ricorsi, anche per colmare l’incomprensibile e assurdo silenzio delle istituzioni locali. Gli espropri potrebbero essere avviati solo dopo la dichiarazione di pubblica utilità che seguirà l’eventuale approvazione del Cipess. Prima di allora nessun avviso ‘privato’ può avviare nessun esproprio”, fanno sapere il comitato Invece del ponte, partecipato da molti professionisti messinesi. Il comitato terrà una conferenza stampa per il 4 aprile al comune di Messina: “I cittadini, con ancora più impegno – concludono in una nota – lavorano per impedire l’approvazione di un progetto vecchio, inutile, dannoso e che sembra riproposto solo per fare “un grosso favore ai privati, parola di Anac”. Il riferimento è a una dichiarazione di Giuseppe Busia, presidente dell’Autorità Anticorruzione.

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