“È venuto alla luce che la Russia si è avvicinata agli eurodeputati, ma li ha anche pagati, per promuovere la sua propaganda”: l’accusa è pronunciata dal premier del Belgio, il liberale Alexander De Croo. Secondo quanto ha riferito il capo del governo belga parlando con i giornali del suo Paese la circostanza è emersa grazie a “una stretta collaborazione” tra i servizi segreti belgi e quelli cechi per “distruggere una rete di propaganda russa”. La presidente dell’Europarlamento Roberta Metsola – hanno confermato i servizi di stampa del Parlamento Ue – “è a conoscenza delle accuse mosse” contro la testata online Voice of Europe, ritenuto veicolo dell’attività di disinformazione russa, e l’Eurocamera “sta esaminando” la veridicità delle accuse. Al momento non è chiaro quali e quanti eurodeputati sono al centro delle verifiche. In una lettera a Metsola Valérie Hayer, capogruppo di Renew Europe (che riunisce i partiti liberali europei, guidato in particolare da En Marche di Emmanuel Macron), ha descritto le accuse come un “chiaro attacco” al Parlamento Ue. Sandro Gozi, eurodeputato italiano eletto a Bruxelles con En Marche e membro del “Team Europe” che guiderà la campagna elettorale di Renew alle Europee 2024, chiede “che le autorità competenti e la Presidenza del Parlamento europeo si attivino quanto prima per fare piena luce su questa vicenda estremamente grave e preoccupante” in vista delle elezioni di giugno. Anche i Verdi hanno chiesto un’indagine rapida e approfondita chiedendo eventuali sanzioni. Uno dei nomi avvicinati a Voice of Europe è stato quello di Maximilian Krah, principale candidato dell’Afd, il partito di estrema destra in Germania. “Non c’è alcuna accusa specifica che io sia stato pagato per qualcuno di questi” si è difeso Krah. Un altro nome che gira è quello di Petr Bystron, sempre di Alternative für Deutschland.

Secondo quanto riportano i media cechi citano fonti dei servizi segreti secondo i quali le accuse riguardano politici di Germania, Francia, Polonia, Belgio, Paesi Bassi e Ungheria. Il Security information service ceco (Bis) ha reso noto che la rete organizzata dagli 007 della Federazione ha cercato di influenzare le elezioni del Parlamento Ue in diversi Paesi europei. Secondo il controspionaggio, a Praga denaro sarebbe stato consegnato pure a politici anti-establishment tedeschi. Intanto il governo di Petr Fiala ha aggiunto altre due persone e un’azienda all’elenco delle sanzioni decise dalla Repubblica ceca: proprio il network Voice of Europe e i politici ucraini filo-Cremlino Viktor Medvedchuk e Artem Marchevsky. “Con questo passo abbiamo deciso di colpire una rete d’influenza che avrebbe un grave impatto sulla sicurezza della Repubblica Ceca e dell’Ue, contro l’integrità territoriale, la sovranità e l’indipendenza dell’Ucraina”, ha dichiarato Fiala. Secondo il primo ministro ceco, le attività della rete sono ben documentate in più di 300 pagine del comitato di vigilanza bancaria.

Cos’è Voice of Europe? Si tratta di una società quotata in Borsa nei Paesi Bassi. La sua sede si trova in un villaggio abbastanza piccolo con sede ufficiale in un piccolo villaggio del Brabante Settentrionale. A fronte del claim secondo il quale dichiara di dare “notizie non censurate dall’Europa e dal mondo”, la testata online appare molto vicina alle posizioni di estrema destra. Un paio di settimane fa, sottolinea Euronews, ha ospitato un dibattito con un parlamentare di Vox (partito spagnolo) e uno del Forum per la democrazia (dei Paesi Bassi), entrambi di estrema destra.

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