Il colpo partì mentre il revolver era tra le mani di Emanuele Pozzolo. È quanto emerge dalla perizia balistica disposta dalla procura di Biella sul ferimento del genero dell’ex caposcorta del sottosegretario Andrea Delmastro nella notte di Capodanno a Rosazza, nel Biellese. Gli accertamenti disposti dagli inquirenti inguaiano quindi il deputato di Fratelli d’Italia, finora l’unico indagato per quanto avvenuto nelle prime ore del 2024 al termine della festa organizzata nei locali della Pro Loco del paesino amministrato dalla sorella del luogotenente meloniano.

La perizia, come anticipato da Repubblica, è stata depositata martedì in procura. E la ricostruzione effettuata da Raffaella Sorropago, consulente tecnica nominata dalla procuratrice Teresa Angela Camelio, avvalorerebbe la tesi che il colpo partì dal piccolo revolver mentre era tra le mani del deputato biellese mentre il tamburo veniva aperto. Si tratta dell’ultimo atto che i pubblici ministeri attendevano prima di chiudere l’indagine e si aggiunge al test dello stub che era risultato positivo per Pozzolo, l’unico che venne sottoposto all’accertamento nelle ore successive.

La richiesta della procura a Sorropago era quella di incrociare le dichiarazioni dei testimoni con i dati tecnici e balistici: il risultato è che a sparare sarebbe stato Pozzolo. Sulla pistola i carabinieri del Ris di Parma avevano trovato altri due profili genetici: appartenevano a Pablito Morello, allora caposcorta di Delmastro, e al figlio Maverick. Un fatto che dimostra come quella pistola fosse passata di mano in mano dopo l’arrivo di Pozzolo, passato dai locali della Pro Loco dopo la mezzanotte per fare gli auguri, quando la festa stava ormai finendo.

Nelle scorse settimane, la prefettura di Biella ha revocato il porto d’armi sottolineando un uso “inappropriato” nonché “leggerezza e sottovalutazione” nel maneggiare l’arma. Un “comportamento incauto” non avendo “adottato tutte le cautele necessarie ad evitare fatti anche accidentali e sinistri involontari”. Il proiettile raggiunse a una gamba Luca Campana, 31 anni, genero de capo della scorta di Delmastro. Il giovane venne trasportato in ospedale, dal quale è poi stato dimesso con una prognosi di 10 giorni.

Dopo il ferimento Campana aveva dichiarato di aver visto Pozzolo appoggiare il piccolo revolver sul tavolo vicino al quale si trovavano anche lui e Morello e che subito dopo era partito il colpo. E la perizia confermerebbe la sua versione: i residui di polvere supporterebbero la tesi dell’estrema vicinanza del revolver al tavolo, nel momento in cui partì il colpo. Oltre a una macchia di polvere nera sul mobile sarebbe rimasto il segno leggerissimo del proiettile, che lo avrebbe scalfito, prima di colpire Campana. Pozzolo, unico indagato, ha sempre sostenuto di non aver sparato lui.

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