Svolta nell’indagine della Procura di Milano sulla compravendita della villa in Versilia del sociologo Francesco Alberoni. Il 12 gennaio 2023 l’immobile era stato acquistato da Dimitri Kunz D’Asburgo, compagno della ministra Daniela Santanché, e da Laura Di Cicco, moglie del presidente del Senato Ignazio La Russa, per 2,45 milioni; poi, meno di un’ora dopo il rogito, era stato rivenduto all’imprenditore Antonio Rapisarda per 3,45 milioni. A quanto apprende l’Ansa, la Guardia di finanza è stata delegata a indagare per riciclaggio sui flussi di denaro, segnalati come sospetti anche dalla Banca d’Italia. Come riferisce Repubblica, gli accertamenti si concentrano su due fronti: da un lato si vuol ricostruire la provenienza del denaro usato per l’acquisto da parte di Rapisarda (che potrebbe essere convocato dai pm), dall’altro si indaga sulla destinazione della plusvalenza di un milione. L’ipotesi è che sia servita per coprire i debiti di Visibilia, la società di Santanché e Kunz sull’orlo del fallimento: sia la ministra che il suo compagno sono indagati a Milano per falso in bilancio.

Raggiunta dall’Ansa, la moglie del presidente del Senato respinge i sospetti di illeciti: “La mia partecipazione all’acquisto e rivendita della casa del compianto professor Alberoni è avvenuta tutta alla luce del sole e la plusvalenza a me riferibile – assai inferiore a quanto si legge, detratte tasse e spese per professionisti, notaio, manutenzione e miglioramento della villa da rivendere – è stata da me incassata ed è sempre rimasta nella mia disponibilità“, dice Di Cicco. “Dall’inizio della trattativa per l’acquisto avvenuta su proposta dello stesso prof. Alberoni, al giorno del rogito, è trascorso un anno e non un giorno ed è passato quasi metà anno dal preliminare di vendita col contestuale versamento al prof. Alberoni di una parte cospicua del prezzo convenuto dallo stesso professore in base ad una perizia da lui fatta fare. Il prezzo è stato fissato dallo stesso professore in guisa tale da invogliare all’acquisto a patto di poter avere già al preliminare parte non marginale del prezzo che gli era necessario per liberare i numerosi coeredi comproprietari dell’immobile ereditato”, spiega.

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