Non si incontrano tanti veri maestri nella vita, uno era certamente Corrado Pensa, che fuori dai riflettori ha avuto un enorme impatto nella vita di tanti; era professore di Filosofia dell’Estremo oriente alla Sapienza di Roma, psicanalista junghiano ma soprattutto insegnante di meditazione Vipassana.

Aveva rinunziato alla psicanalisi, che pure praticava con passione, perché, spiegò, conducendo 60 giorni di ritiri e seguendone anche di più come allievo non poteva seguire i pazienti come avrebbe voluto e dovuto. Mi colpì come per lui fosse ovvio fare l’allievo sempre per potere essere un miglior praticante.

Ha fondato l’A.Me.Co, per diffondere la pratica della consapevolezza e ha raggiunto in molti decenni migliaia di allievi.

Nessuno può dire quanto questo lavoro sulla coscienza abbia avuto un impatto anche nel sociale, ma io sono convinto che lo abbia avuto. Aveva una sua severità rigorosa, che stemperava con un umorismo magari condito da una battuta in romanesco. Una volta, parlando in un ritiro nel Centro Buddista di Pomaia, commentò la fuga di chi “col favor delle tenebre” si era recato all’elezione di una miss locale.

I suoi insegnamenti erano di una chiarezza esemplare, ho sempre pensato che avrebbero potuto essere sbobinati e stampati senza correzioni. Ci ha fatto conoscere tanti maestri della spiritualità di ogni tradizione e infatti ai suoi corsi partecipavano buddisti, cristiani, laici, agnostici e atei. Veniva invitato a insegnare in varie parti del mondo e ha scritto libri fondamentali, anche con Neva Papachritou, insegnante di meditazione e sua moglie.

E’ raro trovare una mente affilata (nomen omen) e un cuore generoso, perché tutto ciò lo faceva per servizio. Un grande maestro non è un essere perfetto, ma si caratterizza per una profonda generosità gratuita, che non chiede all’allievo niente di più del suo impegno nella crescita personale