La situazione nel nord della Striscia di Gaza è sempre più catastrofica. Come dimostra anche l’assalto dettato dalla disperazione ai camion degli aiuti, teatro di una nuova strage di civili nella notte (sono almeno 104 le persone uccise dagli spari dell’esercito israeliano e dalla calca e dalla ressa che si sono scatenate). Anche le testimonianze raccolte di Oxfam sono drammatiche. Manca tutto: farina, acqua, medicine e assistenza sanitaria. Le persone arrivano a mangiare il cibo destinato al bestiame. “Nel nord della Striscia abbiamo amici, parenti e colleghi che cercano il cibo per animali per darlo alle proprie famiglie” racconta un’operatrice Oxfam che si trova nella Striscia.

Il Governo israeliano, che ha presentato lunedì scorso in forma privata alla Corte Internazionale di Giustizia le iniziative adottate per rispettare le misure urgenti che gli sono state richieste, sta in realtà ignorando una delle disposizioni chiave della Corte, ossia garantire l’ingresso degli aiuti, l’assistenza umanitaria e i servizi di base necessari alla sopravvivenza della popolazione nel nord di Gaza” ha detto Paolo Pezzati, portavoce per le emergenze umanitarie di Oxfam Italia. “Così di fatto cresce il rischio che si consumi un vero e proprio genocidio”. L’associazione palestinese per lo sviluppo agricolo (Parc), partner di Oxfam, stima che quasi un quarto delle aziende agricole del nord di Gaza sia stato completamente distrutto dalle forze israeliane, che hanno raso al suolo serre, edifici e il 70% delle barche da pesca, durante i primi giorni dell’offensiva nella Striscia. Migliaia di bambini sono gravemente malnutriti e ci sono persone sono costrette a mangiare piante selvatiche e bere l’acqua dei bagni per sopravvivere.

Juzoor, un altro partner di Oxfam e una delle poche organizzazioni ancora operanti nel nord di Gaza, riferisce di un aumento esponenziale della malnutrizione. Il mese scorso l’organizzazione ha introdotto un programma di vaccinazione nei 13 rifugi in cui opera e ha effettuato screening nutrizionali su 1.700 bambini. Il direttore di Juzoor, Umaiyeh Khammash, ha recentemente riferito che il 13% dei bambini da loro monitorati è gravemente malnutrito, con 55-60 (il 3%) in stato di grave deperimento e sottopeso. “Si tratta di una condizione molto pericolosa – ha spiegato Khammash – Questi bambini hanno bisogno di essere curati in un ospedale con un programma di alimentazione specifico, cosa ora impossibile nel nord di Gaza. Se non riceveranno terapie adeguate immediatamente, moriranno nei prossimi giorni o settimane”

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze raccolte dagli operatori e dai manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco. Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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