Pisa è scesa in piazza. Lo ha fatto di nuovo, in solidarietà con il corteo pro-Palestina caricato a colpi di scudi e manganelli dalla polizia in antisommossa. La città ha scelto un luogo simbolo, piazza dei Cavalieri, proprio di fronte alla Scuola Normale Superiore che oggi, insieme alla Sant’Anna, ha chiesto “chiarezza sulla dinamica dei fatti e le motivazioni che hanno spinto le forze dell’ordine ad agire con tale durezza contro studentesse e studenti, anche minorenni, alcuni dei quali hanno riportato contusioni. Fatti come questi non possono e non devono ripetersi”. A gridarlo, in quella piazza e dentro i locali dell’ateneo, ci sono 5 mila persone, secondo la questura, che adesso chiedono al governo di prendere provvedimenti dopo le violenze del pomeriggio.

Piazza dei Cavalieri è un luogo simbolico anche perché qui si è svolto uno degli scontri del pomeriggio, con un centinaio di studenti finiti sotto i colpi e le cariche degli agenti. La manifestazione della serata, invece, si è svolta pacificamente, vigilata a distanza da un discreto servizio d’ordine di agenti in borghese, ed è nata da due distinti presidi convocati alla stessa ora sotto il Comune e sotto la Prefettura, rispettivamente dalle forze della sinistra radicale e antagonista e dai partiti del centrosinistra insieme a sindacati e associazionismo. Dalla scalinata monumentale della Scuola Normale che si affaccia sulla piazza pendono striscioni con le scritte “Stop genocidio“, “Palestina libera“, “Basta violenza della polizia” e “No alla violenza delle istituzioni”. Tutto accompagnato dai cori “vergogna, vergogna” e “caricateci ora” indirizzati verso le forze dell’ordine.

La giornata di oggi, solo a Pisa, ha provocato almeno 11 feriti, tra cui due minori e uno con una sospetta frattura, alcuni fermi e, soprattutto, molte polemiche che si sono abbattute sul questore Sebastiano Salvo e, di conseguenza, sono arrivate fino al Ministero dell’Interno guidato da Matteo Piantedosi. Tra le opposizioni che chiedono una presa di posizione da parte del governo c’è anche il segretario nazionale di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, che a Pisa è nato e cresciuto: “In attesa che il ministro Piantedosi venga a riferire su quanto sta accadendo da alcune settimane e sugli inaccettabili episodi odierni, prendiamo atto delle parole del Dipartimento della Pubblica Sicurezza – ha dichiarato – Comprendiamo l’imbarazzo per quanto accaduto e ci auguriamo che nei prossimi giorni difficoltà operative di gestione dell’ordine pubblico e momenti di tensione non significhino automaticamente, sempre e comunque, manganellate, soprattutto a minori e manifestanti pacifici”.

Controcorrente il deputato della Lega Rossano Sasso, capogruppo in commissione Cultura, Scienza e Istruzione, che definisce “ignobile attaccare le Forze dell’Ordine, specie se ad alimentare tanto odio sono esponenti di forze politiche che così dimostrano solo di non avere senso delle istituzioni che i nostri uomini in divisa rappresentano. È inspiegabile quello che sta accadendo a Pisa dove un corteo di collettivi di estrema sinistra non autorizzato, secondo quanto appreso dalla Questura, ha provato a sfondare il cordone di Polizia che, dopo ripetuti avvertimenti, è stato costretto a prendere le dovute misure come previsto dalle regole di ordine pubblico. Legittimo manifestare pacificamente. Ma chi si rende responsabile di manifestazioni non autorizzate, insultando i poliziotti e tentando di sfondare i cordoni al solo scopo di creare disordini, non ha nessuna giustificazione. Siamo vicini e solidali alle nostre Forze dell’Ordine”.

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Pisa, dopo le manganellate agli studenti oltre 5mila persone in piazza in solidarietà ai manifestanti: le immagini dall’alto

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