Casette del sesso in Carcere. Dopo che la Consulta, chiamata a decidere sul caso sollevato da un detenuto del carcere di Terni, ha dichiarato che l’affettività – compreso il sesso – è un diritto in carcere e deve essere esercitato in un ambiente lontano dagli sguardi di tutti, a Padova, nel carcere di via Due Palazzi, verranno istituite delle stanze per permettere incontri e colloqui tra i detenuti e i loro partner in privato e senza controlli.

Nel carcere, per la prima volta in Italia, verranno infatti creati dei piccoli prefabbricati mobili collocati in un’area verde del cortile. Ornella Favero, direttrice di Ristretti Orizzonti, intervistata dal Corriere del Veneto ha commentato entusiasta la novità: “Sono 25 anni che attendevamo questa rivoluzione e sembra finalmente arrivata”.

Tutto è partito dal caso di un uomo, detenuto dal 2019 per tentato omicidio, furto aggravato ed evasione, che lamentava di non poter avere colloqui intimi con la compagna e con la figlia piccola. Nella sentenza numero 10 della Corte Costituzionali i giudici sono andati oltre il mero riconoscimento del diritto e considerando il trattamento garantito ai detenuti in altri paesi europei hanno proposto al legislatore di intervenire proprio con l’introduzione di “unità abitative”, cioè piccole case all’interno degli istituti dove poter esercitare l’affettività in “un ambiente di tipo domestico”.

“Questa Corte è consapevole dell’impatto che l’odierna sentenza è destinata a produrre sulla gestione degli istituti penitenziari, come anche dello sforzo organizzativo che sarà necessario per adeguare ad una nuova esigenza relazionale strutture già gravate da persistenti problemi di sovraffollamento“, si legge nella sentenza.

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