Parallelamente al ddl che prevede la reintroduzione dei giudizi sintetici nelle valutazioni della scuola primaria, è stato lanciato anche un appello “Stop al colpo di mano sulla valutazione” dal pedagogista e scrittore Daniele Novara e dal maestro e collaboratore de Ilfattoquotidiano.it Alex Corlazzoli. La richiesta è diretta al Governo, al ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara e mira ad aprire un confronto sui metodi valutativi per “portare anche la scuola italiana nel 2024 e non farle fare salti nel passato”. Ma soprattutto per “fermare questo colpo di mano affinché il ministero apra un proficuo confronto con il mondo dell’Istruzione al fine di arrivare a una soluzione che pone al centro gli alunni e la narrazione del loro apprendimento”.

Nella petizione si pone l’accento sull’inefficacia sia dei giudizi sintetici che dei “giudizi descrittivi” introdotti nel 2020 – che ora si vogliono scalzare – perché anch’essi sono “una sintesi lacunosa dell’evoluzione dell’apprendimento degli studenti”. Quest’ultimo metodo, nonostante i difetti, era un traguardo positivo rispetto al passato e alla valutazione numerica che costringeva ad incasellare il giudizio.

Valutare significa dare valore al percorso di apprendimento di ogni singolo alunno che deve tener conto del contesto da cui proviene, dello stato di partenza, delle difficoltà incontrate a causa della stessa Scuola. Valutare non è certificare, attestare, rendicontare ma “descrivere” il cammino umano e pedagogico di uno studente“. Sono le parole del pedagogista e del maestro che mettono in luce quello che dovrebbe essere il modus operandi all’interno della scuola: valutare in modo complesso e completo il percorso degli studenti, senza inserirlo a forza in categorie prestabilite.

“La scuola deve andare avanti e non indietro, gli alunni hanno bisogno di una scuola al passo con i tempi” afferma il pedagogista Daniele Novara, che ritiene anche “strana” questa marcia indietro senza una verifica “rigorosa e scientifica” dei 4 anni in cui è stata utilizzata una valutazione “senza voti basata su un approccio non giudicante ma narrativo, capace di condensare gli apprendimenti in avanzamento degli alunni”. Infine, auspica un ripensamento da parte del ministero e conclude: “Come specialista ritengo che i voti numerici vadano aboliti ovunque, e non ripristinati dove erano stati giustamente tolti”.

Come si legge nella petizione, l’emendamento al Disegno di Legge non va nella direzione di “descrivere il cammino pedagogico dello studente” perché si tratta “dell’ennesimo cambiamento dettato dal Governo di turno, fatto senza porsi in ascolto di chi ogni giorno sta tra i banchi di scuola. In questi anni abbiamo assistito a una girandola di decisioni che ha prodotto solo confusione tra insegnanti, genitori e alunni”. Infatti questo sarebbe il quarto cambiamento a partire dal 2008: fino a quel momento si sono usati i giudizi, poi si è passati ai voti, nel 2020 sono stati introdotti i giudizi descrittivi e a partire dal 2024, probabilmente, si tornerà ai giudizi sintetici e sulle pagelle della scuola primaria si leggeranno di nuovo sufficiente, discreto, buono, distinto, ottimo.

Si riconosce che “quello su cui dirigenti e insegnanti hanno lavorato negli ultimi tre anni non è ancora l’auspicabile giudizio descrittivo, ma non ha alcun senso fare un passo indietro”, piuttosto, propone il maestro, “avviamo, per la prima volta in questo Paese, una riflessione che coinvolga tutti gli attori della Scuola, bambini compresi. Sono certo che i primi a dover essere ascoltati siano gli studenti”.

Tra le oltre 50 adesioni all’appello si trovano pedagogisti, dirigenti scolastici e insegnanti tra cui Damiano Tommasi, Silvia Vegetti Finzi, Chiara Saraceno, Alberto Pellai, Alex Zanotelli; ma anche personaggi del mondo del cinema e della cultura come Carlotta Natoli, Moni Ovadia, Pierfrancesco Favino, Stefano Accorsi e Luca Zingaretti. Altre firme si possono aggiungere su Change.org

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