Gli Stati Uniti stanno programmando investimenti miliardari per sostituire le gigantesche gru di carico che movimentano i container nei porti nazionali. La notizia assume maggiore interesse se si guarda al motivo di questa iniziativa: sicurezza informatica. Attualmente l’80% delle gru usate negli scali Usa provengono dalla Cina. Si tratta di strutture tecnologicamente avanzate che utilizzano software sofisticati per il loro funzionamento. Da qui il timore che Pechino possa utilizzare queste infrastrutture per infiltrare reti americane a fini di spionaggio e/o sabotaggio. Lo stanziamento complessivo per la sicurezza portuale è stimato in oltre 20 miliardi di dollari. Buona parte di questi fondi, scrive il Wall Street Journal, verranno destinati allo sviluppo di una produzione nazionale di gru da carico, appoggiandosi ad una filiale statunitense della giapponese Mitsui.

“Queste gru spostano container di grandi dimensioni e se fossero messe fuori uso da un cyber attacco di un agente ostile, ciò potrebbe avere un impatto significativo sulla circolazione di prodotti nella nostra economia e sui movimenti di attrezzature militari attraverso i porti” ha affermato Anne Neuberger , vice consigliere per la sicurezza nazionale degli Stati Uniti per le tecnologie informatiche. “Queste gru possono essere controllate, sottoposte a manutenzione e programmate da località remote”, ha spiegato il contrammiraglio John Vann, “caratteristiche che le rendono potenzialmente vulnerabili”. L’esercito americano è preoccupato per queste gru da anni, i cinesi possono tracciare l’origine, la destinazione e altri dati del materiale movimentato dalle forze armate che, pertanto, tendono a non utilizzare porti in cui sono operative queste macchine. La Cina ha respinto le preoccupazioni degli Stati Uniti definendole “guidate dalla paranoia”.

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