Per la prima volta in Italia è stato eseguito un trapianto di organi senza interromperne la circolazione del sangue all’interno. L’avveniristico intervento, effettuato dal Centro Trapianti d’Organo dell’Ospedale Policlinico San Martino di Genova, risale all’8 gennaio. Si è trattato di un trapianto di fegato salvavita eseguito su una giovane paziente, che è stata dimessa dopo tre settimane. Durante l’operazione di trapianto il fegato è rimasto costantemente irrorato dal sangue ed è stato mantenuto a temperatura stabile dal prelievo fino al suo reimpianto, con importanti vantaggi durante e dopo la fase operatoria.

La tecnica, eseguita anche grazie all’utilizzo di una macchina per la perfusione degli organi di cui il Policlinico è dotato, si è dimostrata efficace non solo nel ridurre le possibilità che l’organo subisca danni in fase di prelievo o di trapianto, ma anche nel garantire una miglior conservazione di tutte le sue caratteristiche, con una ripresa immediata della funzione nella ricevente. Già a distanza di 72 ore dal termine dell’intervento, infatti, proprio grazie alla ripresa immediata della funzione del nuovo fegato, la paziente ha potuto lasciare la Terapia Intensiva.

“La ricerca scientifica e tecnologica nell’ambito trapiantologico – dichiara l’assessore alla Sanità di Regione Liguria Angelo Gratarola – in questi anni ha cercato strategie utili a garantire il trapianto di organi che fino a qualche anno fa non sarebbero stati impiegabili perché considerati marginali, non idonei, a rischio. La riduzione sensibile dell’ischemia tra il prelievo e il trapianto, o addirittura la sua abolizione attraverso tecniche di perfusione, garantisce maggiormente il successo dell’intervento”.

“Accanto all’attività di sensibilizzazione sulla necessità della donazione d’organo come atto di grande generosità e solidarietà portata avanti dal coordinamento regionale diretto dal prof. Alessandro Bonsignore, vi è anche l’impegno del centro trapianti del Policlinico San Martino diretto dal prof. Enzo Andorno mirato, attraverso tecniche di ricondizionamento degli organi, a garantire la loro maggiore disponibilità”, ha aggiunto l’Assessore. “Dalla riapertura del Centro Trapianti – sottolinea invece il Direttore Generale dell’Ospedale Policlinico San Martino Marco Damonte Prioli – il San Martino è riuscito a portare a termine una serie di interventi con pochi eguali in Italia. Siamo davvero orgogliosi di poter contare su un’equipe rivolta verso un continuo miglioramento delle procedure esistenti, come quella diretta dal dottor Andorno”.

Il dottor Enzo Andorno, Direttore dell’Unità Operativa Chirurgia Epatobiliare e dei Trapianti d’Organo dell’Ospedale Policlinico San Martino ha aggiunto: “In questo caso il donatore era obeso e il suo fegato era steatosico, tipologia di fegato molto fragile e particolarmente sensibile all’interruzione del circolo sanguigno. Perciò se avessimo seguito il metodo convenzionale di conservazione a freddo interrompendo il circolo sanguigno, il fegato non avrebbe ripreso la funzione sulla ricevente; così abbiamo adottato questa nuova tecnica, per la prima volta. Nonostante la complessità dell’intervento e le condizioni di partenza decisamente critiche”.

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