“Appare assolutamente necessario svolgere attività istruttoria sulla circostanza nuova del raccoglitore di cartone di colore scuro marca Fabius” trovato negli uffici della squadra mobile di Palermo e contenente alcune annotazioni di servizio del 1994. Lo ha deciso la Corte di Appello di Caltanissetta, presieduta da Giovanbattista Tona, che oggi ha sciolto le riserve sulle richieste istruttorie del processo ‘Depistaggio Borsellino’, in cui sono imputati i poliziotti Mario Bo, Fabrizio Mattei e Michele Ribaudo. Gli ex componenti del gruppo d’indagine Falcone-Borsellino guidati da Arnaldo La Barbera, sono accusati di calunnia aggravata per aver favorito Cosa nostra, perché avrebbero istruito Vincenzo Scarantino, a rendere dichiarazioni che sarebbero servite a sviare le indagini sulla strage di via d’Amelio. In primo grado, caduta l’aggravante mafiosa, Bo e Mattei sono stati prescritti, mentre Ribaudo è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”.

La decisione dei giudici. La corte ha accolto l’acquisizione di “tutte le prove documentali”, “riservandosi la verifica di eventuali utilizzabilità” per quelle parti che hanno prestato il consenso, comprese le dichiarazioni dei poliziotti Andrea Grassi, Gabriella Tomasello, Armando Infantino, Giuseppe Lo Presti e Nicolò Giuseppe Manzella che hanno ricostruito la sequenza di passaggi della borsa di Borsellino dal momento della strage fino alla stanza del superpoliziotto Arnaldo La Barbera, all’epoca capo della squadra mobile di Palermo, dentro cui ci sarebbe stata l’agenda rossa del giudice, mai rintracciata. Il prossimo 27 febbraio, saranno chiamati a comparire i poliziotti Nicola Aiuto, Giovanni Franco e Francesco Vaiana che hanno trovato il raccoglitore contenente alcuni documenti inediti del 1994, negli uffici della squadra mobile di Palermo e redatto l’annotazione di servizio del 7 ottobre 2023. Inoltre la corte chiede di ascoltare un altro poliziotto, Maurizio Zerilli, all’epoca capo della “squadra B”, che indagava sulla morte del giudice Borsellino, e autore dell’annotazione di servizio presenti dentro al raccoglitore, tra cui quella del 1 luglio 1994, sui sopralluoghi del 28-29-39 giugno 1994 con Vincenzo Scarantino nei punti chiave della strage di via D’Amelio. La procura di Caltanissetta ha già chiesto il rinvio a giudizio di Zerilli, indagato per depistaggio insieme ai colleghi Angelo Tedesco, Giuseppe Di Gangi e Vincenzo Maniscaldi, e l’udienza preliminare è fissata il prossimo 21 marzo.

No a Boccassini e Scarantino. “Non appaiono assolutamente indispensabili” invece le altre “prove orali”, spiega il giudice Tona che ha escluso quindi la testimonianza della magistrata Ilda Boccassini, richiesta dall’avvocato Giuseppe Seminara, legale di Mattei e Ribaudo, per confrontarle con quanto riferito in aula dall’ex poliziotto e oggi avvocato Gioacchino Genchi.
Saranno esclusi anche il finto pentito Scarantino, il giudice Alfredo Montalto, l’avvocato Giuseppe Gerbino e l’ex questore Vincenzo Ricciardi, testimonianze richieste dal sostituto procuratore Maurizio Bonaccorso, applicato nel processo d’appello. Resta sullo sfondo la possibilità di acquisire nuovi atti proveniente dall’inchiesta, al momento coperta da segreto, dei magistrati nisseni sulla scomparsa dell’agenda rossa di Borsellino, che vede indagate la moglie e figlia di La Barbera, scomparso prematuramente nel 2002.

Articolo Precedente

Latitanza di Messina Denaro, arrestati i figli dell’autista: “Anche loro nella rete di protezione del boss”

next
Articolo Successivo

Depistaggio Borsellino, le “anomalie” nel conto di La Barbera: “Dal ’90 al ’92 versamenti in contanti per 97 milioni di lire”

next