La Procura di Piacenza ha firmato venerdì scorso 16 febbraio la richiesta di archiviazione per Tommaso Foti, capogruppo alla Camera di Fratelli d’Italia. Il parlamentare è indagato per corruzione e traffico di influenze. A comunicare la notizia è la della procura che sottolinea come “dovendosi esprimere il Gip su detta richiesta non si intende rilasciare ulteriori delucidazioni”.

Il deputato era stato indagato in un’inchiesta sugli appalti in provincia di Piacenza, che nel 2022 aveva portato ad alcune misure cautelari e nei giorni scorsi per altre posizioni è stato chiesto il rinvio a giudizio. Un “sistema” di appalti “alterato” per “gestire la pubblica cosa” aveva chiarito la procura dopo le misure nel febbraio del 2022. Un “sistema” che avrebbe coinvolto imprenditori, primi cittadini, dirigenti di diversi enti pubblici e che avevano portato a 11 arresti in un’indagine che coinvolgeva 37 persone.

Il comunicato della procuratrice Pradella arriva “a chiarimento di notizie apparse recentemente sui media”. Il quotidiano Domani è infatti tornato oggi sull’inchiesta piacentina in prima pagina (“Foti mi ha chiesto 15mila euro, Il capogruppo di Fdi allarma Meloni”) e un articolo a pagina 3 dal titolo: “Soldi per elezioni e favori, i pm indagano ancora su Foti”.

Nei giorni scorsi è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio per le altre persone coinvolte, tra cui alcuni sindaci di Comuni della provincia: a febbraio 2022 in quattro finirono in carcere e in sette ai domiciliari. A Foti, rimasto sempre a piede libero, era contestato di aver ricevuto 3.000 euro per aiutare un’azienda, attraverso i suoi rapporti con l’assessore comunale e collega di partito, Erika Opizzi, anche lei indagata e che a motivo dell’inchiesta diede le dimissioni dalla giunta di centrodestra.

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