Scintille nella trasmissione Amici e nemici, su Radio24, tra il leader di Azione Carlo Calenda e la giornalista Lucia Annunziata, che conduce il programma ogni sabato assieme al vicedirettore del Sole 24 Ore, Daniele Bellasio.
La miccia del battibecco è il caso Stellantis, sul quale Bellasio chiede al senatore se pensa che i toni tra il governo Meloni e il colosso dell’automotive si stiano ammorbidendo.
Calenda è pessimista e attacca il quotidiano di Elkann: “No, non credo che riprenderà tra i due il dialogo, perché lo dicono i numeri. E io lo sostengo da tempo in splendida solitudine. Sono esattamente 7 mesi che La Stampa non mi fa una intervista per questa ragione. È vero, Repubblica mi ha intervistato, ma solo dopo che ho detto che era assurdo che da 5 mesi fossi sparito per aver attaccato la linea di politica industriale di Elkann“.
Insorge Lucia Annunziata: “La sta sparando un po’ grossa, senatore, su. Non è che i giornalisti stanno lì a prendere gli ordini”.

Calenda resta muto per qualche secondo e risponde: “No, io non penso che siano i giornalisti. Penso che siano i giornali, altrimenti mi deve spiegare perché da 7 mesi io non venga intervistato da La Stampa. Lei dice che è un caso?”.
“Sì, ci sono simpatie e antipatie – replica la giornalista – ma ce ne passa da qui al dire che c’è il cane e il padrone e quindi voi giornalisti non mi intervistate”.
“Lucia, sono esattamente 7 mesi che La Stampa non mi fa una intervista – ripete Calenda – e casualmente il tutto coincide con l’attacco che ho fatto a Elkann. Se vogliamo sostenere che sia una casualità, facciamolo pure. Basta sapere che ci stiamo raccontando una stupidaggine“.
“Eh, a posto, ora sto raccontando una stupidaggine – commenta piccata Annunziata – Senatore, sto dicendo che solo persone un po’ malate di retroscenismo, e lei non lo è, pensano cose di questo tipo. Le dico una cosa: porterò questo caso al direttore de La Stampa Malaguti“.
“Bene, le sarò molto grato”, ironizza Calenda.

Inevitabile la domanda sulle prossime elezioni europee, riguardo alle quali Calenda conferma il suo niet a un’alleanza con Matteo Renzi: “L’ho detto un milione di volte, ci presentiamo come Azione con una lista di persone molto serie e competenti. Abbiamo detto a +Europa che siamo disponibili a fare un’alleanza, ma non siamo disponibili a fare un’ammucchiata comune con Italia Viva, perché non sarebbe in alcun modo credibile per gli elettori”.
E aggiunge: “Io non considero in alcuna maniera Renzi candidabile alle elezioni europee. E non lo è per via del codice etico della Ue secondo cui non puoi avere conflitti d’interesse come quelli che ha Matteo Renzi, che è pagato da una dittatura straniera e contemporaneamente ha altri milioni di euro non si sa da chi. Unico caso nella storia mondiale nell’attività di un senatore”.

“Ma se non si candidasse Renzi, farebbe l’accordo con Italia Viva?”, chiede Bellasio.
“Lei crede davvero che Italia Viva non sia Matteo Renzi? – replica il senatore di Azione – Secondo lei, Renzi è un accidente di Italia Viva e in quel partito ci sono organi democratici? Io questa roba qui l’ho discussa milioni di volte. Ho commesso un errore, perché ho ritenuto che Renzi potesse comportarsi in modo lineare. Non lo faccio più, punto”.
E rincara: “Poi possiamo parlarne per 25 anni ma io penso che per un elettore liberale sia inaccettabile uno che ha votato La Russa al Senato per far entrare la Boschi in Commissione di Vigilanza Rai, prendere soldi da chiunque, usare Il Riformista contro gli avversari. È accettabile – conclude – per la bolla finto-liberale che sta sui social, sui giornali o sulle tv. Ma non è il ragionamento che fa l’elettore. Quindi, un’alleanza con Italia Viva non ci sarà. Punto. Tra l’altro, Renzi ha detto che si candida in tutte le 5 circoscrizioni e fa una cosa che si chiama “Il Centro” con Cuffaro e Mastella“.

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