La città di New York ha intentato una causa contro tre giganti dei social media: TikTok, Facebook e YouTube. L’accusa è di aver contribuito alla crisi della salute mentale tra bambini e ragazzi, sfruttando la loro vulnerabilità per creare dipendenza dalle loro piattaforme. La causa, presentata dal sindaco Eric Adams, ricalca un’azione legale simile intentata in California nel 2022. Nel mirino, le strategie di marketing aggressive e i sistemi di algoritmi che, secondo la denuncia, “attirano, catturano e creano dipendenza nei giovani”, esponendoli a contenuti dannosi.

“Negli ultimi dieci anni,” ha dichiarato Adams, “abbiamo assistito a un crescente impatto negativo del mondo online sui nostri figli. Un flusso continuo di contenuti dannosi alimenta la crisi nazionale della salute mentale dei giovani.” Oltre al Comune di New York, figurano come querelanti anche il distretto scolastico e le istituzioni sanitarie cittadine. La denuncia sostiene che le società proprietarie dei social media, tra cui Meta (Facebook), Snap (Snapchat) e ByteDance (TikTok), hanno consapevolmente progettato le loro piattaforme per massimizzare l’uso da parte dei minori, con una supervisione genitoriale minima o nulla.

La causa evidenzia un problema di crescente attenzione: l’impatto dei social media sul benessere mentale dei giovani. Studi recenti hanno infatti dimostrato una correlazione tra l’uso eccessivo di queste piattaforme e l’aumento di ansia, depressione, cyberbullismo e altri disturbi mentali. La città di New York chiede ai tribunali di ordinare alle società di social media di implementare misure di sicurezza più rigide per proteggere i minori, limitare il tempo di utilizzo da parte dei giovani; vietare contenuti dannosi e algoritmi che favoriscono la dipendenza e risarcire i danni causati alla salute mentale dei giovani.

Le reazioni delle aziende Al momento, le società incriminate non hanno rilasciato dichiarazioni ufficiali in merito alla causa. In passato hanno respinto le accuse di aver contribuito ai problemi di salute mentale dei giovani, sostenendo di aver adottato diverse misure per proteggere gli utenti minorenni. All’inizio di febbraio però Mark Zuckerberg parlando in Senato si è scusato con un gruppo di genitori che avevano perso i figli per suicidio: “Mi dispiace per tutto quello che avete passato. Nessuno dovrebbe subire le cose che hanno sofferto le vostre famiglie”, ha dichiarato. La causa di New York potrebbe avere un effetto domino negli Usa, aprendo la strada a numerose altre azioni legali contro i social media. L’esito di questa controversia sarà quindi di grande importanza per il futuro della regolamentazione di queste piattaforme.

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