Da qualche giorno il dipartimento delle Riforme istituzionali della presidenza del Consiglio è nel caos. E a causarlo è proprio la ministra delle riforme Maria Elisabetta Alberti Casellati. Quest’ultima infatti ha chiesto ai funzionari del suo gabinetto e dell’ufficio legislativo di occuparsi in maniera un po’ inusuale della riforma del premierato: per ogni emendamento dell’opposizione presentato in commissione Affari Costituzionali al Senato, Casellati ha chiesto ai suoi collaboratori di scrivere un appunto descrittivo della proposta e un altro su quale dovrebbe essere la linea del governo da tenere tenendo a mente il testo di riforma approvato in Consiglio dei ministri dal governo.

Apparentemente niente di male se non fosse che gli emendamenti presentati dalle opposizioni al premierato in commissione Affari Costituzionali al Senato sono un numero sproporzionato per questo compito: oltre 2000. Il Pd ne ha ha depositati 800, il M5S 12, Alleanza Verdi e Sinistra mille, Italia viva 16, Azione 8 e le Autonomie 4. “Un numero che non mi spaventa”, aveva detto la ministra Casellati pochi giorni fa.

E proprio per questo ha ordinato ai suoi collaboratori di fare gli amanuensi per redigerle un’apposita relazione per ogni emendamento dell’opposizione in vista della discussione in commissione. Un compito arduo che sta mandando nel caos tutto l’ufficio: per scrivere ogni presentazione di emendamento i collaboratori di Casellati non riescono a svolgere i compiti di ordinaria amministrazione.

Ma alla ministra questo non interessa: la riforma del premierato è il suo dossier più importante e vuole portarlo a casa ad ogni costo.

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