Gli F35 di Israele bombardano Gaza commettendo “gravi violazioni del diritto umanitario di guerra”. Per questo un tribunale olandese, dopo le richieste avanzate dalle organizzazioni per i diritti umani, ha deciso che la vendita della componentistica necessaria all’assemblaggio di questi aerei da guerra a Tel Aviv deve essere immediatamente interrotta. “La Corte ordina allo Stato di cessare ogni effettiva esportazione e transito di parti dell’F-35 verso la destinazione finale Israele entro 7 giorni dalla notifica della presente sentenza”, ha affermato la Corte d’Appello dell’Aia. Il governo, da parte sua, ha annunciato che presenterà un ricorso contro la decisione dei giudici. La causa era stata intentata dalle organizzazioni per i diritti umani Oxfam Novib, PAX e The Rights Forum, che avevano chiesto la revoca della licenza di esportazione dei pezzi. In risposta alla sentenza, Michiel Servaes – direttore esecutivo di Oxfam Novib – ha dichiarato: “La sentenza è un’ottima notizia, soprattutto per i civili di Gaza. È un passo importante per costringere il governo olandese ad aderire al diritto internazionale che i Paesi Bassi hanno fortemente sostenuto in passato. Israele ha appena lanciato un attacco contro la città di Rafah, dove si rifugia più della metà della popolazione di Gaza, i Paesi Bassi devono adottare misure immediate. È un peccato – continua Servaes – che questa azione legale si sia resa necessaria e, purtroppo, ci sono voluti quattro mesi per arrivare a questa conclusione. Ci auguriamo che questo verdetto possa incoraggiare altri Paesi a fare altrettanto, affinché i civili a Gaza siano protetti dal diritto internazionale”.

La decisione dei giudici ha accolto il ricorso delle organizzazioni per la tutela dei diritti umani dopo che il tribunale distrettuale dell’Aia, in prima sentenza, aveva stabilito che la fornitura dei pezzi era principalmente una decisione politica nella quale i giudici non dovevano interferire. I dubbi delle autorità locali erano legati anche al fatto che questa componentistica viene prodotta negli Stati Uniti e trasportata nei magazzini olandesi dai quali viene poi smistata tra i diversi partner di Washington, tra cui anche Israele, nell’ambito di accordi di esportazione. Il dubbio nasceva dal fatto che si tratta appunto di una produzione americana e non era quindi chiaro se le autorità avessero il potere di intervenire nelle consegne, parte di un’operazione gestita dagli Usa.

L’altra obiezione mossa dal governo riguardava l’interesse economico nazionale. Israele, a loro dire, anche in caso di stop alle forniture da parte di Amsterdam si sarebbe potuto procurare la componentistica tramite altri canali. Per questo il governo si è detto “del parere che la fornitura di componenti americani degli F-35 non sia illegale” e che spetti “allo Stato definire la propria politica estera. Israele – spiega il ministro del Commercio Estero e della Cooperazione allo sviluppo, Geoffrey Van Leeuwen – ha bisogno degli aerei F-35 per difendersi dalle minacce provenienti dalla regione, separate da Gaza”.

I Paesi Bassi, spiega il ministro, “avvieranno rapidamente le trattative con i partner internazionali nell’ambito del programma F35” e “il governo farà tutto il possibile per convincere alleati e partner” della propria “affidabilità” nel quadro dello stesso programma e “nella cooperazione di difesa internazionale ed europea”. La decisione dello Stato di ricorrere in cassazione, precisa Van Leeuwen, “è separata dalla situazione a Gaza”, davanti alla quale “i Paesi Bassi sollecitano un immediato cessate il fuoco umanitario temporaneo e quanti più aiuti umanitari possibili alla popolazione sofferente”. La situazione nella Striscia, aggiunge ancora il ministro, “è molto preoccupante” ed “è stato stabilito che il diritto umanitario di guerra si applica integralmente. Anche Israele deve attenersi a questo”.

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