Terza eruzione vulcanica in Islanda negli ultimi sei mesi. Si tratta della seconda dall’inizio dell’anno e sta provocando fontane di lava alte fino a 80 metri. Le immagini in arrivo in diretta dalla zona mostrano getti di roccia fusa di colore arancione brillante che fuoriescono da fessure nel terreno a nord di Sylingarfell, nella penisola di Reykjanes nel sud-ovest del Paese. L’intensa attività sismica è iniziata intorno alle 5.30 e l’eruzione vera e propria è partita circa 30 minuti dopo. La fessura eruttiva è lunga circa 3 chilometri, ha spiegato il Met Office, e l’eruzione si sarebbe verificata nella stessa posizione di quella del 18 dicembre.

Il sindaco della cittadina di Reykjanesbær, Kjartan Már Kjartansson, ha dichiarato che sono in corso i preparativi per affrontare i disagi alla popolazione causati dalla lava che scorre sulla linea dei servizi che forniscono il riscaldamento a Svartsengi. “C’è un’enorme quantità di lava nella zona, c’è il grande pericolo che la lava raggiunga la condotta di diffusione del riscaldamento – ha spiegato Kjartansson – che potrebbe portare alla mancanza di acqua calda a Sudurnes e nei comuni limitrofi”. Sarebbe infatti a rischio le tubature di una centrale geotermica. “Se non ci sarà acqua calda, le case probabilmente si raffredderanno”, ha detto il sindaco. Nella località oggi il termometro segna meno cinque gradi.

L’ultima eruzione nella zona è iniziata il 14 gennaio scorso ed è durata circa due giorni, con colate di lava che hanno raggiunto la periferia del villaggio di pescatori di Grindavik, i cui quasi 4.000 abitanti erano stati evacuati, dando fuoco ad alcune case. L’aeroporto internazionale di Reykjavik, Keflavik, è aperto e funziona “come sempre”, ha dichiarato l’operatore aeroportuale Isavia sul suo sito web. Le autorità islandesi a novembre hanno iniziato a costruire dighe che possano aiutare a deviare i flussi di lava in fiamme lontano dalle case e dalle infrastrutture critiche. Nonostante il ridimensionamento del livello di minaccia del sistema vulcanico, le autorità locali hanno avvertito di ulteriori eruzioni poiché il terreno nella zona ha continuato a sollevarsi a causa dell’accumulo di magma nel sottosuolo.

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