Bagarre in Aula a Montecitorio durante l’informativa del vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sul caso Ilaria Salis. Il ministro, ha spiegato come mai non sia possibile chiedere la “sostituzione della misura cautelare presso l’ambasciata italiana”. “L’Ambasciata non è un luogo idoneo alle misure coercitive, non ha né la struttura né la legittimazione di sostituirsi a un domicilio privato come luogo di detenzione, servirebbero lavori all’interno dell’Ambasciata per creare un’apposita area di detenzione e servirebbe un incremento del numero di carabinieri”, ha spiegato in Aula, scatenando le polemiche da parte delle opposizione tra brusii e interruzioni. A quel punto il ministro ha urlato: “L’Ambasciata è il luogo dove sono anche conservati documenti riservati, non è una casa privata e quindi deve essere preservata la sicurezza dello Stato”. “Non si può girare liberamente nell’Ambasciata, aprire e chiudere cassetti, è una questione di sicurezza nazionale”, ha rimarcato Tajani

Quindi, sul finire del suo intervento, Tajani ha attaccato: “A chi grida “Riportate Ilaria in Italia!”, chiederei a quale soluzione stia pensando. Siamo pronti ad accettare suggerimenti. L’unica per noi percorribile, per un reato commesso in uno Stato membro dell’Unione europea, è quella delle regole. E le regole europee prevedono che per chiedere gli arresti domiciliari in Italia, devi prima chiederli e ottenerli nel Paese che esercita la giurisdizione”. “È paradossale che chi si erge ogni giorno a difensore dell’autonomia della magistratura chieda ora a noi di fare pressioni affinché il governo ungherese influenzi le determinazioni dei giudici. Un cortocircuito che alimenta tensioni e polemiche, ma che non fa il bene della signora Salis“, ha specificato ancora Tajani, sottolineando di “evitare” di “trasformare una questione giudiziaria in un caso politico che regala grandi titoli sui giornali ma non fa il bene della signora Salis”.

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