Omicidio stradale e omissione di soccorso: con queste accuse è stato rinvio a giudizio Flavio Focassati, il camionista 48enne che con il suo tir travolse e uccise Alessia Sbal sul Grande Raccordo Anulare di Roma. Il fatto avvenne il 4 dicembre 2022, a poca distanza dallo svincolo per Casalotti. La Panda grigia della 42enne e il camion guidato da Focassati si urtarono lungo il raccordo. Dopo l’incidente, entrambi accostarono sulla corsia di emergenza. Il Tir però ripartì poco dopo, travolgendo Sbal che nel frattempo era uscita dalla sua auto.

Nei confronti dell’imputato, che aveva chiesto di essere giudicato con il rito abbreviato, le accuse sono appunto di omicidio stradale e omissione di soccorso, ma anche di rifiuto di sottoporsi ai test per alcol e droga. Questo infatti è uno dei punti chiavi dell’inchiesta: Focassati fu infatti trovato positivo a hashish e cocaina, ma ha sempre dichiarato di averle assunte molte ore prima dell’incidente. Secondo l’accusa, guidata dal pm Stefano Luciani, tra i motivi per cui il camionista ha deciso di allontanarsi frettolosamente – travolgendo la donna – c’era proprio la paura di doversi sottoporre ai test.

Un altro punto chiave è la ricostruzione di quanto accaduto: in particolare, stabilire se Focassati aveva la possibilità di sentire le urla della vittima, che appunto era scesa dalla sua Panda per verificare i danni provocati dall’incidente. Erano le ore 21. Sbal aveva anche già chiamato il 112 per segnalare l’incidente. Nella chiamata si sente anche la voce dell’uomo, che le risponde: “Non ti ho fatto niente, ci siamo appena toccati. Me ne vado“. Poco dopo l’estetista 42enne è stata travolta e uccisa.

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