Sale a 112 il numero dei morti causati degli incendi boschivi in Cile, dove da giorni è in corso una vasta emergenza nella regione di Valparaíso. Il presidente Gabriel Boric ha dichiarato lo stato d’emergenza già lo scorso venerdì 2 febbraio, quando sono esplosi i primi focolai, assicurando che sarebbero state mobilitate “tutte le risorse necessarie“. Da quanto comunicato dai Vigili del fuoco, ancora al lavoro, e dalle autorità locali, sono circa 1600 le persone rimaste senza casa, e altre 200 risultano attualmente scomparse. Nel frattempo le autorità del Paese hanno esteso il coprifuoco nelle città più colpite dagli incendi divampati attorno a Viña del Mar, dove nelle scorse ore un celebre giardino botanico realizzato nel 1931 è stato distrutto dalle fiamme. “Secondo le informazioni ricevute dal servizio medico-legale ci sono 112 morti e 32 corpi identificati“, ha spiegato il portavoce del ministero dell’Interno, Manuel Monsalve. Intanto due persone sospettate di aver provocato uno dei principali focolai sono state arrestate lunedì 5 febbraio nella zona di Viña del Mar. Lo ha riferito il contrammiraglio Daniel Muñoz in un punto stampa precisando che i due sospettati sono stati intercettati durante un pattugliamento aereo nella zona del giardino botanico. Muñoz ha sottolineato che le Forze Armate hanno rafforzato i pattugliamenti nelle ultime ore nel quadro del coprifuoco ordinato dal governo con l’obiettivo di prevenire anche gli episodi di sciacallaggio.

Per quanto riguarda la situazione delle abitazioni danneggiate o distrutte, il sottosegretario agli Interni Monsalve ha precisato che, data l’entità della tragedia, “è stato possibile effettuare solo una proiezione, attraverso i sorvoli realizzati sulle zone colpite”. In base ad essi, ha proseguito, “solo nel comune di Viña del Mar si stimano 12.122 abitazioni con danni di varia entità, mentre a Quilpué se ne stimano 2.701”. Per cui, ha proseguito, “a Viña del Mar potenzialmente i senzatetto sono 31.703, e a Quilpué, 7.825”. Riferendosi al numero degli incendi, Monsalve, ha indicato che “fino a questa domenica se ne sono registrati a livello nazionale 165, di cui 40 violenti”. Infine, il Servizio nazionale di prevenzione e risposta per i disastri (Senapred) ha comunicato che nella serata di domenica 4 febbraio erano attivi tre importanti incendi boschivi fuori controllo: il Complesso Las Tablas – Riserva Peñuelas (8.500 ettari di superficie interessata); Lo Moscoso (1.500 ettari coinvolti) e Diga La Luz (120 ettari di vegetazione boschiva distrutti).

Il presidente venerdì ha annunciato due giorni di lutto nazionale a causa della tragedia. “Io so – ha detto parlando al termine di una visita nella regione colpita – che è un bilancio provvisorio e che i morti sono di più. Quelli annunciati fanno parte della lista ufficiale delle autorità. Non posso credere – ha aggiunto – che possa esistere gente che opera cinicamente per provocare un massacro come questo. Vi assicuro che li cerchiamo, li troviamo e faremo pesare su di loro tutto il peso della legge”. Nel frattempo anche la Farnesina ha espresso la propria vicinanza: “Tutta la nostra solidarietà alla nazione cilena in questo momento di lutto nazionale”, si legge sul profilo X/Twitter ufficiale.

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