Josep Borrell ridimensiona la posizione della Commissione europea sullo scandalo che ha coinvolto l’Agenzia delle nazioni Unite per i profughi palestinesi (Unrwa) e chiarisce che nessun finanziamento è stato bloccato da Bruxelles. Dopo il comunicato diffuso da Palazzo Berlaymont lunedì, dal quale si capiva che la sospensione degli stanziamenti fosse in fase di discussione, l’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue frena: “Gli impegni di finanziamento in corso da parte dell’Ue sono stati rispettati e i finanziamenti (che rappresentano un decimo di quelli totali dell’agenzia, ndr) non sono stati sospesi“, ha chiarito con una nota. Parole che suonano solo come l’ultimo di tanti messaggi lanciati dal commissario alla presidente Ursula von der Leyen, accusata su diversi dossier di aver dettato impropriamente la linea dell’Ue in politica estera, compito che invece spetta a Borrell in coordinamento con i 27 Stati membri, ad oggi divisi sui provvedimenti da prendere.

Il vicepresidente spagnolo ha sottolineato, così come fatto dal governo di Madrid, l’importanza del compito svolto dagli operatori Onu nella Striscia, dove sono tra i pochissimi a offrire sostegno e garantire la distribuzione degli scarsi aiuti umanitari che transitano dai valichi di Rafah e Kerem Shalom, mentre Israele continua la sua offensiva militare: “Il ruolo dell’Unrwa è vitale nelle attuali circostanze a Gaza – ha continuato – Due milioni di persone hanno un disperato bisogno degli aiuti forniti dall’Unrwa e da altre agenzie delle Nazioni Unite”. Anche per questo, assicura, ogni eventuale decisione verrà presa solo dopo la conclusione delle indagini interne alle Nazioni Unite: Borrell ha accolto con favore “le misure rapide e decisive adottate dall’organizzazione” alla luce di “accuse molto gravi contro un certo numero di membri del personale dell’Unrwa” e ha affermato che “l’Ue determinerà le prossime decisioni sui finanziamenti alla luce dell’esito delle indagini”.

Così, come avvenuto già in passato su altri dossier, l’Alto rappresentante ristabilisce la linea Ue sulla politica estera che rimane una sua prerogativa, in collaborazione con gli Stati membri. Pochi giorni dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre, la presidente della Commissione era stata duramente attaccata da circa 800 funzionari europei che in una lettera si erano detti “rattristati” dal passo in avanti della capa di Palazzo Berlaymont con la promessa di “sostegno incondizionato” a Israele nella guerra a Gaza. Anche in quell’occasione, i funzionari avevano sottolineato come von der Leyen fosse andata oltre le sue prerogative, scavalcando gli Stati membri. Tanto che proprio i governi, con la mediazione del presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, furono costretti a produrre in fretta un documento condiviso che ristabilisse quella che era la loro posizione in merito. Posizione che non combaciava con quella espressa dalla presidente a nome dell’Ue.

A un episodio simile si era assistito anche nel corso di uno dei viaggi di von der Leyen negli Stati Uniti. Dopo il bilaterale col presidente Joe Biden, la politica tedesca aveva firmato una comunicazione congiunta nella quale si sanciva la collaborazione tra l’Europa e gli Stati Uniti per ridurre la dipendenza da Pechino e limitare l’export di prodotti tech. Una mossa che, sostenevano gli Stati membri, andava oltre i compiti del suo mandato. Tanto che il Consiglio europeo aveva deciso di chiedere un parere agli uffici legali dell’Ue, dato che la posizione espressa nel documento era “differente” da quanto stabilito dal Consiglio europeo a ottobre.

Tornando sul fronte Onu, mentre la Nuova Zelanda si unisce al gruppo di Paesi che hanno deciso di congelare i finanziamenti a Unrwa, il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, si è già mosso convocando un incontro con i principali Paesi finanziatori. “Il segretario generale è personalmente inorridito dalle accuse contro addetti dell’Unrwa – hanno comunicato i vertici del Palazzo di Vetro – Ma il suo messaggio ai donatori, specialmente a quelli che hanno sospeso i loro contributi, è che continuino almeno a garantire lo svolgimento delle operazioni dell’Unrwa, visto che ci sono decine di migliaia di zelanti dipendenti in ogni parte della regione”.

Twitter: @GianniRosini

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