Orari infiniti, lavoro in partita Iva ma che, la stragrande maggioranza delle volte, prevede un forte vincolo di subordinazione impartito direttamente dal titolare dell’agenzia. Ritmi di lavoro stressanti che compromettono l’equilibrio tra vita privata e professionale. Sono gli elementi che caratterizzano il lavoro di agente immobiliare – o meglio sarebbe definirli collaboratori/procacciatori immobiliari – secondo le tante testimonianze raccolte nel corso di mesi da Ilfattoquotidiano.it. Ma non sono gli unici aspetti borderline messi in luce dai ragazzi che lavorano, o hanno provato a lavorare, nelle agenzie affiliate in franchising ai gruppi Tempocasa e Tecnocasa sparse su tutto il territorio nazionale.

La distinzione tra agente immobiliare e collaboratore è doverosa: in Italia, per diventare agenti immobiliari occorre superare un esame di abilitazione professionale. Solo dopo è possibile operare effettivamente come mediatore e seguire direttamente le trattative immobiliari. La differenza è sostanziale perché, in teoria, secondo le normative, solo chi è abilitato può espletare tutta una serie di valutazioni e operazioni, i ragazzi “assunti” senza il possesso dell’abilitazione non potrebbero né definirsi né operare come agenti immobiliari. Cosa che invece a volte accade.

“L’unico aspetto positivo è che lavori in un ambiente giovane ma, di contro, i titolari fanno leva su un meccanismo tossico di competizione perché l’obiettivo è risultare la migliore agenzia dell’aerea per poter crescere all’interno dell’azienda – racconta Giacomo (nome di fantasia, ndr), che ha lavorato come procacciatore per un’agenzia affiliata a Tempocasa per quasi un anno. “A seconda del titolare puoi capitare in una situazione più o meno favorevole a livello umano, ma il concetto di fondo è il tutti contro tutti. Vieni spremuto come un limone. È un lavoro che molti provano a fare da giovanissimi sia perché le agenzie tendenzialmente prendono praticamente chiunque, sia perché in molti sono attirati dalla promessa del fisso da 1.000/13.00 euro al mese”, spiega Giacomo. Che poi però precisa: “Il problema è che a fronte di quel fisso, che comunque è in ritenuta d’acconto prima e poi in partita iva dopo 3 mesi, devi lavorare una media di 10 ore al giorno, sabato compreso. Praticamente si lavora per quattro euro lordi all’ora senza alcuna tutela, con tutte le spese a tuo carico e senza avere uno straccio di vita privata. Gli orari non li decidi tu come dovrebbe essere per un libero professionista in partita Iva ma sei sostanzialmente obbligato a coprire gli orari di agenzia e spesso a fare pure straordinari”.

In Tempocasa una delle questioni sollevate da diversi ex collaboratori è quella delle multe: “Ci sono multe per chi non raggiunge determinati target oppure per chi arriva in ritardo o per chi semplicemente non rispetta delle regole interne decise dal titolare dell’agenzia, tipo vestirti in un certo modo. So che molte agenzie le hanno eliminate proprio perché stavano creando molto malcontento, ma ci sono titolari che ancora le applicano eccome. Non solo lavori senza alcun tipo di garanzia, ma devi pure stare attento a non perdere ulteriori soldi con le multe, che secondo alcuni sarebbe efficace per aumentare la produttività e l’efficienza del collaboratore”, racconta Filippo (altro nome di fantasia, ndr).

Di annunci per le posizioni di collaboratore o coordinatore di agenzia immobiliare ne compaiono a decine ogni giorno su tutti i principali siti di ricerca lavoro e dietro questa frenetica ricerca di collaboratori c’è un motivo ben preciso: il turnover di personale è altissimo. E questo vale sia per Tempocasa che per Tecnocasa. “Sai quanti ragazzi fuggono al termine dei tre mesi oppure aprono la partita Iva e alla fine dell’anno capiscono che si stanno solamente indebitando? Guadagni poco e lavori tantissimo in un ambiente estremamente tossico a livello di competizione. C’è talmente tanta concorrenza in ogni zona, che letteralmente le persone si scannano per spuntare un incarico”, prosegue Filippo.

Il lavoro viene presentato come dinamico e costellato di lati positivi, ma la realtà è che ben presto si rivela decisamente differente: “Al colloquio sembra tutto fantastico, ti raccontano però un lavoro che in realtà non esiste e che nella quotidianità è fatto di porta a porta a livelli pressanti, di porte giustamente sbattute in faccia da persone che non hanno minimamente richiesto il tuo servizio, di ore passate per strada sostanzialmente a suonare citofoni, campanelli e a telefonare numeri a ripetizione per mendicare dei potenziali contatti e appuntamenti. La pressione per il raggiungimento dei target di agenzia e di area è continua e asfissiante e la trasparenza sulle provvigioni reali, insomma, latita un po’”, spiega ancora Giacomo.

Rispetto all’utilizzo di collaboratori in partita Iva nelle agenzie sparse sul territorio, il gruppo Tempocasa ha voluto precisare alcuni elementi a Ilfattoquotidiano.it: “Siamo a conoscenza del fatto che gli affiliati si avvalgono anche di collaboratori in partita Iva. Questi ultimi non dovrebbero rispondere a orari prestabiliti e fissi, né dovrebbero avere l’obbligo di presentarsi in agenzia, se non per partecipare a riunioni di coordinamento e pianificazione delle attività. Nelle vesti di casa madre, è nostro compito fornire direttamente ai titolari delle agenzie le credenziali di accesso per la compilazione della modulistica. Tuttavia, non possiamo – né dobbiamo – entrare nel merito dell’utilizzo delle suddette credenziali da parte di titolari e collaboratori. In merito alla segnalazione relativa ai meccanismi di multa, siamo completamente estranei e contrari e verificheremo quanto segnalato”.

Per capire meglio come si svolge un tipico colloquio in agenzia immobiliare abbiamo provato a fingerci interessati alla posizione di coordinatrice per un’agenzia milanese affiliata al circuito Tecnocasa. Nell’annuncio si ricercava una figura da segretaria d’agenzia, nulla cioè che potesse far presagire condizioni differenti da quelle di un tipico lavoro subordinato, ma al colloquio scopriamo subito che in realtà l’agenzia stava ricercando una sorta di “marketer” che, oltre a gestire pratiche da ufficio, può “anche fare parti di acquisizione”. E quindi lavorare a provvigione. Ad accoglierci il titolare, un ragazzo di circa 25 anni in completo e con un orologio piuttosto vistoso. Ci spiega in maniera un po’ fumosa il tipo di lavoro, sugli orari invece è estremamente dettagliato: dalle 9 alle 20 con un’ora di pausa dal lunedì al venerdì, mentre il sabato dalle 9 alle 14. Il tutto per 1.300 euro al mese in partita Iva. Il ragazzo cerca di ingolosirci anche tramite improbabili schemini e disegnini, facendo leva sul fatto che un lavoro da dipendente a stipendio fisso ci costringerebbe a vivere una vita a 1.200 euro al mese per sempre, mentre con questa opportunità saremmo in grado di costruirci un futuro migliore mettendo a frutto ogni nostra capacità. Usciamo piuttosto confusi, ma con un’unica certezza: non ci sembra una grande offerta, considerato che parliamo di circa 950/1000 euro netti al mese per 54 ore di lavoro a settimana, in una città cara come Milano.

Insomma, quello dell’agente o procacciatore è un lavoro che appare reggersi sostanzialmente sulle provvigioni in un mercato altamente competitivo e saturo. E se la situazione era già difficoltosa in periodi floridi per il mercato immobiliare, diventa ancora più complessa guardando ai recenti dati Istat sulle compravendite, che mostrano una decisa contrazione, complice la situazione di incertezza del quadro economico complessivo e l’aumento dei tassi di interesse che rendono sempre meno accessibili i mutui.

Raggiunto da Ilfattoquotidiano.it per una replica, il gruppo Tecnocasa ha fatto sapere di essere “da sempre impegnato nella formazione ai propri affiliati per la diffusione delle migliori pratiche gestionali, amministrative ed etiche. Dal punto di vista strettamente amministrativo ed organizzativo della singola agenzia il Franchisor, per normativa generale e per contratto, non ha poteri sull’attività dell’agenzia affiliata stessa, ma ha implementato un ufficio qualità impegnato a raccogliere e riscontrare segnalazioni da parte di chiunque abbia a indicare eventuali comportamenti poco conformi attribuiti agli affiliati. Tuttavia, la società non ha evidenza di una diffusa situazione di irregolarità contrattuale tra affiliati e collaboratori, siano essi agenti o coordinatori d’ufficio”.

Infine, rispetto all’esercizio abusivo della professione di agente immobiliare, sia Tempocasa che Tecnocasa sono dello stesso avviso. “È nostra premura tenere alta l’attenzione rispetto all’eventuale esercizio abusivo della professione. Per questa ragione, a disposizione dell’affiliato e dei suoi collaboratori mettiamo una serie di professionisti, che hanno il compito di supportare la rete rispetto agli aggiornamenti normativi del nostro comparto e di accompagnare eventuali collaboratori nel percorso per il conseguimento del patentino per diventare agente di affari in mediazione. Pertanto, come franchisor ci “limitiamo” a fornire alla nostra rete delle linee guida, auspicando che vengano adottate dai nostri affiliati e cercando – per quanto possibile – di monitorare l’attuazione delle stesse. Tuttavia rimaniamo ben consapevoli di avere una responsabilità relativa in quanto ogni affiliato è un’impresa autonoma”, puntualizza Tempocasa. “Non è possibile escludere che nel grande numero delle agenzie affiliate e nel lungo periodo si siano verificate attività di mediazione imperfette, ma si tratta indubbiamente di eventi rari, rispetto ai quali, il Franchisor ha preso posizioni in ragione dei contratti in essere con gli affiliati, che impongono il rispetto assoluto delle normative, in particolare sulla mediazione”, dichiara Tecnocasa.

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