“Quanto sta accadendo dimostra che l’unica soluzione che possa garantire la dignità del lavoro e, contemporaneamente, la vera inclusione delle persone con disabilità è l’internalizzazione del servizio“. A dirlo è la Cub Scuola, Università e Ricerca di Roma alla vigilia di una nuova manifestazione degli operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione ( Oepac) che tornano a scioperare. “Il Comune e l’Assessorato alla Scuola continuano ad ignorare le istanze delle lavoratrici e lavoratori del servizio educativo per l’autonomia e la comunicazione che, ogni giorno, in collaborazione con i docenti, consentono agli alunni e alunne con disabilità, di usufruire concretamente del diritto all’istruzione“, si legge in una nota della Cub che annuncia lo sciopero per martedì 30 e mercoledì 31 gennaio.

A mettere di nuovo sul piede di guerra gli operatori che affiancano professionalmente i bambini con grave disabilità in classe, in mensa e con i compagni, accompagnandoli nella loro giornata scolastica per favorirne il percorso di inclusione sociale oltre che formativa, è stata l’approvazione del nuovo schema di convenzione tra i municipi e le cooperative che gestiscono il servizio. In base al regolamento non viene più consentito all’OEPAC di restare in classe durante i primi due giorni di assenza del bambino. “E così fin dal primo giorno vengono rimandati a casa, perdendo ore di retribuzione, oppure viene loro ordinato di essere disponibili a spostarsi da una scuola all’altra, in alcuni casi anche più volte durante la giornata di lavoro”, sottolinea il sindacato.

Inoltre gli operatori sono esclusi dalle riunioni dei gruppi di lavoro operativi per l’inclusione e non possono partecipare alle decisioni in merito al piano educativo di bambini e ragazzi che assistono quotidianamente, “con grave danno per la qualità del servizio”, nota ancora il sindacato. “Come se non bastasse, in base alla nuova convenzione, le ore di assistenza durante le uscite didattiche dovranno essere scalate dal totale dell’assistenza”. E così, nota ancora la Cub, le famiglie vengono di fatto costrette a scegliere se far partecipare il figlio alla gita o garantirgli l’assistenza durante l’orario scolastico.

“A ciò deve aggiungersi il fatto che molte cooperative “somministrano” contratti di poche ore settimanali, pur a fronte di orari di lavoro ben più consistenti e senza riconoscere la maggiorazione per il lavoro supplementare prevista dal CCNL”, chiosa il sindacato che parla di “inaccettabile situazione di sfruttamento e precarietà per i lavoratori e le lavoratrici, che già subiscono l’interruzione del contratto, senza possibilità di accedere ad alcun ammortizzatore sociale, durante i periodi di chiusura delle scuole. Una sorta di cottimo, tollerato, se non avallato dal Comune di Roma che può e deve reinternalizzare il servizio di assistenza in questione, revocando l’esternalizzazione alle cooperative”. Gli OEPAC, è la sintesi, “lavorano, ogni giorno, all’interno delle scuole e devono essere parte del personale scolastico”.

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