Alla fine l’ordine del giorno della Lega per chiedere un cambio di strategia sulla guerra in Ucraina è stato riformulato dal governo. L’esecutivo “ha detto che l’intenzione è questa”, aveva confermato il primo firmatario dell’odg, il capogruppo della Lega al Senato Massimiliano Romeo. Il testo è stato già sostanzialmente svuotato rispetto all’originale prima del voto in Aula al Senato, dove è stato approvato con 110 voti favorevoli e 3 contrari. Sono però saltate gran parte delle premesse, in particolare quelle che si riferiscono alle comunicazioni del ministro della Difesa Guido Crosetto sulla controffensiva dell’Ucraina, via anche la parte sull’opinione pubblica italiana che “non supporta più pienamente gli aiuti militari”. Aggiunto all’impegno finale l’invito, in un percorso diplomatico, a “perseguire una soluzione del conflitto per giungere a una pace nel ripristino del diritto internazionale”.

Il testo e le polemiche – Dopo la pubblicazione del testo – anticipato dal Fatto quotidiano – che chiedeva un impegno diplomatico del governo italiano per perseguire una rapida soluzione al conflitto tra Ucraina e Russia, è stato un susseguirsi di reazioni. A partire dal Movimento 5 Stelle che con il capogruppo al Senato Stefano Patuanelli si era detto pronto a chiedere “di poter sottoscrivere l’odg” e affermando che il M5s era anche pronto a “votare a favore“. “Ne condividiamo totalmente le premesse e anche se il dispositivo d’impegno al Governo non accenna al necessario stop alla fornitura di armi, riteniamo sia implicito proprio dalla lettura delle premesse”, sottolineava Patuanelli. Lo stesso presidente dei senatori M5s è successivamente intervenuto chiedendo “coerenza” alla Lega: “Non si può parlare di pace mentre si continua ad alimentare la guerra inviando armi. La Lega – aggiunge Patuanelli – abbia coraggio e sia conseguente: faccia un passo in più chiedendo esplicitamente lo stop all’invio di armi“. Intanto, però, la maggioranza è entrata in fibrillazione. Il capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, parlando al Fatto, ha definito quella di Romeo una “posizione personale” e “non del governo”. Un botta e risposta che avviene nel giorno in cui i vescovi “hanno espresso preoccupazione per il diffondersi di una cultura del conflitto, che ha nel linguaggio violento e nella corsa al riarmo due elementi fondamentali. È invece quanto mai necessario educare alla pace”, si legge nel comunicato finale della sessione invernale del Consiglio Episcopale Permanente, che si è svolta a Roma.

L’ordine del giorno e la riformulazione – Il testo originario dell’odg, depositato da Romeo in Senato al decreto con cui il governo proroga per tutto il 2024 la possibilità di inviare armi all’Ucraina, chiedeva un cambio di strategia del governo: “Gli italiani dicono stop agli aiuti”, veniva fatto presente. Nel testo si spiegava che l’Ucraina non resisterà all’offensiva russa, che gli Stati Uniti non vogliono più sostenere Kiev e non lo faranno più dopo le prossime elezioni in caso di vittoria di Donald Trump e che la maggioranza dell’opinione pubblica italiana è contraria al sostegno militare a Volodymyr Zelensky. Ma dopo le reazioni, arriva l’ipotesi riformulazione. “Io sono disponibilissimo ad accogliere quelle che possono essere delle riformulazioni”, dichiara Romeo: “Il governo – ha aggiunto – ha detto che l’intenzione è quella. Non so ancora in che termini, ma mi hanno detto che stanno lavorando ad una proposta di riformulazione” che sarà pronta prima dei lavori in Aula. Con l’odg della Lega sull’Ucraina “non si chiede alcun disimpegno”, precisa il presidente dei senatori del Carroccio. “Il ragionamento politico è: visto che abbiamo votato, che ho votato, la risoluzione di Crosetto e che voterò il decreto, bisogna continuare a sostenere la resistenza dell’Ucraina, assolutamente fondamentale, ma si chiede anche con forza che si comincino a intravedere delle strade che portano al negoziato – spiega Romeo – visto che è palese che il conflitto non si risolverà a livello militare ma solo con la politica e la diplomazia come ha detto Crosetto in Aula”, conclude.

Gasparri: “Odg Ragionevole” – Intanto dal fronte della maggioranza, era anche arrivata l’apertura del capogruppo al Senato di Forza Italia, Maurizio Gasparri: “Da una prima impressione l’ordine del giorno della Lega mi sembra ragionevole“, ha affermato ad Affaritaliani.it Gasparri che però precisa anche che “il tavolo di pace si può fare soltanto se cessano gli attacchi e i bombardamenti dei russi, altrimenti gli ucraini mai si siederanno a un tavolo di pace”. Sull’odg di Romeo, il capogruppo di Forza Italia ha aggiunto: “Lo valuteremo bene insieme ai colleghi del gruppo. Si fa anche riferimento alle recenti parole di Zelensky in Svizzera, Paese per antonomasia neutrale. L’auspicio è quello della pace ed è difficile essere contrari, anzi è quello che vogliamo tutti. Ma, ripeto, la premessa è che cessino i bombardamenti russi”.

Il Pd valuta – Dalle opposizioni, il Partito democratico – secondo quanto è trapelato – stava ancora valutando la sua posizione in merito all’ordine del giorno. I dem hanno comunque confermato il voto favorevole al decreto per la proroga dell’autorizzazione alla cessione di mezzi, materiali ed equipaggiamenti militari in favore delle autorità governative dell’Ucraina. La deputata Pd Lia Quartapelle però mette in chiaro, con un post sui social, che quell’odg di Romeo è “redatto in modo da confondere e togliere responsabilità a Putin“.

Italia viva: “Sembra scritto da Conte” – Contro l’ordine del giorno, che “sembra scritto da Conte“, si scaglia invece il senatore Enrico Borghi, capogruppo di Italia Viva al Senato: “È nei fatti la posizione espressa dal Movimento 5 stelle su Kyiv. Vedremo rinascere l’asse giallo verde (mentre Trump si riaffaccia all’orizzonte)? E la Presidente del Consiglio – aggiunge sui canali social Borghi – condivide queste parole, che presuppongono di lasciare Kyiv al proprio destino?”.

Articolo Successivo

Bagarre alla Regione Umbria, sindacalista Cgil contesta l’assessore leghista: “Rispetti i lavoratori”. E viene cacciato dall’Aula

next