Quasi due minuti di risposta, in cui con un giro di parole arriva persino a citare la persecuzione dei sacerdoti in Corea del Nord, ma evita un sì o un no a una domanda molto chiara: “Condivide la definizione di fascismo come male assoluto?“. Così il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Alfredo Mantovano, ha abilmente dribblato una domanda sul fascismo posta da un giornalista durante la conferenza stampa con la presidente dell’Unione delle comunità ebraiche, Noemi Di Segni, per la presentazione delle iniziative del Giorno della Memoria. Mantovano prima cita la sua esperienza nella fondazione “Aiuto alla Chiesa che soffre“, che prende in considerazione “le persecuzioni che hanno una matrice religiosa, non solo i cristiani”. Poi prosegue: “La sensibilità nei confronti di ogni totalitarismo è una sensibilità certamente forte dopo di che possiamo fare l’elenco di tutti i totalitarismi, non solo di quelli del passato ma anche di quelli del presente. Perché sarebbe interessante spendere qualche parola sulle persecuzioni in Corea del Nord, dove non esiste un solo sacerdote o rappresentante pubblico di qualsiasi confessione. O quello che sta accadendo in Nicaragua. Quindi non c’è da fare una classifica, un più o un meno, ogni totalitarismo merita condanna, repulsione e presa di distanza vigorosa” conclude Mantovano, senza dire mai la parola “fascismo”

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