Un lungo discorso, forte e diretto, ma senza “spettatori”. In Aula, l’intervento del senatore del Movimento 5 stelle, Roberto Scarpinato, per oltre 40 anni magistrato antimafia e ora eletto a Palazzo Madama, pronunciato durante le dichiarazioni di voto sulla relazione del ministro della Giustizia Carlo Nordio sull’amministrazione della giustizia, è stato disertato. Il ministro della Giustizia è stato il primo a lasciare l’emiciclo di Palazzo Madama, seguito dai parlamentari della maggioranza di centrodestra e anche da Italia Viva.

Ma cosa ha detto Scarpinato? “Questo nuovo ordine politico e sociale antidemocratico che avanza, per realizzarsi compiutamente, necessita di un ministro della Giustizia, che, incarnando lo spirito del tempo, si attivi adeguatamente per riformare la Costituzione, in modo da ricondurre l’ordine giudiziario sotto il controllo dei vertici politici – ha spiegato l’ex magistrato – Necessita di un ministro della Giustizia che dia impulso a una nuova politica criminale, che adegui il sistema penale all’assetto classista della società. E lei, signor Ministro, si sta dimostrando pienamente adeguato a realizzare per gradi questa importante mission politica istituzionale che le è stata affidata dalla maggioranza politica di cui fa parte”.

“Quanto al varo di una nuova politica criminale, che adegui il sistema penale all’assetto classista della società, va dato atto al ministro che anche su questo importante versante ha dato un rilevante impulso per la creazione di un doppio binario del sistema penale: un diritto penale minimo per i ceti privilegiati che occupano i piani alti della piramide sociale e un diritto penale massimo per tutti gli altri – ha continuato il senatore pentastellato – Mentre la maggioranza di cui il ministro è espressione in questi mesi si è prodigata per la creazione di un diritto penale massimo riservato alla gente comune e ai piani bassi della piramide sociale, il ministro, contemporaneamente, quasi con perfetta divisione dei compiti, si è dedicato alla creazione di un diritto penale minimo per i ceti superiori”.

“Con queste riforme il ministro, che è andato via, quindi non mi posso rivolgere direttamente a lui – ha osservato Scarpinato – ha riabilitato tutti i 3.600 condannati per abuso d’ufficio dal 1996 al 2020, ossia il peggio del peggio dei pubblici amministratori, e ha legittimato per il futuro l’abuso del potere pubblico e l’interesse privato in atti d’ufficio, lasciando indifesi i cittadini contro i favoritismi, le prevaricazioni di tanti piccoli e grandi Don Rodrigo”. Secondo scarpinato, Nordio, e quindi il governo, “ha ampliato gli spazi di azione e di impunità per tanti lobbisti, affaristi e faccendieri in una fase storica nella quale è iniziata la grande corsa all’oro dei miliardi del PNRR e nella quale, per un verso, è stata ampliata a dismisura la discrezionalità dei pubblici amministratori e, per altro verso, si sta procedendo a depotenziare sistematicamente tutti i controlli – quelli della Corte dei conti e quelli dell’ANAC – e a svuotare la responsabilità erariale”.

Per questo, ha quindi dichiarato Scarpinato, il Movimento 5 stelle ha scelto di “stare dall’altra parte della barricata” e cioè “dalla parte dei cittadini senza potere”.

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