Durissimo scontro a L’aria che tira (La7) tra Gianfranco Rotondi, democristiano, ex berlusconiano di ferro e oggi deputato di Fratelli d’Italia, e il giornalista Antonio Caprarica a proposito del richiamo inviato dal presidente della Repubblica Sergio Mattarella alla presidente del Consiglio Giorgia Meloni e ai presidenti delle Camere, Ignazio La Russa e Lorenzo Fontana, sul ddl concorrenza, che comunque ha firmato lo scorso 30 dicembre. I rilievi del Quirinale sulle concessioni agli ambulanti hanno scatenato la reazione successiva della Lega che subito si è scagliata contro chi “in nome dell’Europa vuole svendere il lavoro e i sacrifici degli italiani”.

Rotondi minimizza: “È normale che un presidente della Repubblica eserciti le proprie prerogative, esprimendo delle perplessità quando le nutre. Se penso ai rapporti dei governi precedenti di centrodestra, devo ammirare il carattere idilliaco dei rapporti tra il presidente Mattarella e il presidente Meloni“.
Dissente Caprarica: “Non è un rapporto idilliaco, ma un rapporto caratterizzato fondamentalmente da uno straordinario senso di responsabilità del primo magistrato della Repubblica. Siamo un paese fortunato ad avere Mattarella come presidente della Repubblica, perché il suo senso di equilibrio e il suo senso delle istituzioni finora hanno protetto il paese da molte sbandate“.

Insorge subito Rotondi che urla: “Protetto da chi? Da che cosa? Dalla democrazia che ha cambiato colore al governo? È questo che la preoccupa?”.
“Assolutamente no – risponde Caprarica – Qui lei sta presentando una coda di paglia ingiustificata, perché non mi riferisco assolutamente a questo. Mattarella ha protetto il paese da tensioni istituzionali che avrebbero ben potuto verificarsi”.
“E non ci sono mai state”, commenta Rotondi.
“Certo, non ci sono mai state – continua il giornalista – per il grandissimo senso di equilibrio e di responsabilità con cui Mattarella sta esercitando il suo mandato”.

Rotondi interrompe nuovamente Caprarica, che prega il politico di lasciarlo finire, ma invano. E il giornalista sbotta, ricordando il passato politico del deputato, poco affine alle origini di Fratelli d’Italia e della sua leader: “Io capisco perfettamente l’operazione di Rotondi. Una volta a sinistra questo si chiamava ‘entrismo’, quando cioè un gruppuscolo extraparlamentare tentava di condizionare la linea di un grande partito entrando in quegli organismi. Rotondi ha un disegno: la costruzione di un grande partito conservatore. Ma se ne faccia una ragione: il nucleo fondativo di questo ipotetico partito conservatore italiano che ancora non vediamo affonda le radici in quel simbolo che ostinatamente Fratelli d’Italia continua a tenere: la fiamma tricolore“.
E aggiunge: “Io stavo parlando delle tensioni istituzionali scongiurate da Mattarella. Vogliamo parlare di Salvini? A lei, Rotondi, sembra normale che il ministro delle Infrastrutture, nonché vicepremier di questo governo, al rilievo assolutamente inappuntabile del capo dello Stato, se ne venga fuori con una lettera in cui gli dice praticamente di farsi i fatti suoi e di non curarsi della procedura di infrazione che l’Italia sta per rischiare?”.

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