La famiglia di uno studente autistico di 15 anni ha visto riconosciute da un giudice le proprie ragioni, vincendo una causa giudiziaria per “atto discriminatorio”, dal momento che lo scorso anno scolastico mancava l’assistenza alla comunicazione necessaria. Dopo la decisione del giudice del Tribunale civile di Torino, Enrico Astuni, l’assistenza richiesta è stata quasi subito ripristinata. Il problema? In particolare non era garantita la presenza dell’educatore alla comunicazione, figura professionale fondamentale per l’inclusione e la socialità, prevista peraltro dal Piano educativo individualizzato (Pei) del ragazzo. “Purtroppo la nostra storia non finisce qui. A settembre si presentano altre criticità e disagi perché a mio figlio autistico ad alto funzionamento gli hanno assegnato sì un educatore alla comunicazione ma assolutamente non idoneo per le sue condizioni”. A dirlo a ilfattoquotidiano.it è Rita Melluso, la mamma del ragazzo. La vicenda accade a Pinerolo e testimonia un caso di inadeguata continuità didattica persino dopo quanto stabilito da un giudice.

Rita racconta di aver fatto ricorso a febbraio 2023 “per vedere riconosciuti i diritti di mio figlio. La prima udienza – continua Melluso – c’è stata a marzo, quando abbiamo denunciato per mancata assistenza in classe l’ente locale che dovrebbe erogare il servizio, il Consorzio Intercomunale Servizi Sociali (Ciss) che opera su delega del Comune di Pinerolo”. Con l’aiuto dell’avvocata Maria Barone viene avviato un procedimento d’urgenza presso il tribunale torinese contro il comportamento del Comune, considerato discriminatorio nei riguardi degli studenti con disabilità. Melluso ha vinto la causa vedendo riconosciuto il diritto di suo figlio ad avere, per le 2 ore richieste a settimana, l’assistenza alla comunicazione. La vicenda però non termina qui. “Quest’anno a mio figlio hanno assegnato un educatore inadeguato alle sue particolari esigenze, figura che invece dovrebbe essere fondamentale per il percorso di crescita e inclusione dell’adolescente all’interno del gruppo classe”, spiega la madre. L’assistente specialistico alla comunicazione è quella figura che si occupa delle necessità relazionali del minore, sia con gli altri alunni che con i docenti di ruolo, mansioni che non rientrano in quelle dell’insegnante di sostegno specializzato.

“Abbiamo fatto partire la causa a febbraio 2023, è stato aperto un codice di urgenza che il Tribunale di Torino a marzo ha accolto tempestivamente con l’apertura di una procedura che imponeva all’ente erogatore di provvedere il prima possibile a garantire le ore di assistenza mancanti e che sono arrivate praticamente subito”, dice Melluso. “Il Ciss ha ripristinato l’assistenza alla comunicazione già a metà aprile. Ma il problema che sembrava risolto, si è poi ripresentato in forme diverse a settembre, e si è aggiunto anche il forte disagio per il cambio di 2 insegnanti di sostegno in poche settimane”, evidenzia la madre. Il processo è terminato il 28 novembre a totale vantaggio della famiglia. Il giudice, già alla prima udienza, aveva imposto al Ciss il pagamento del danno arrecato per le spese che la famiglia ha dovuto sostenere pagando di tasca propria un educatore alla comunicazione oltre alle spese legali. “Rimborsi effettivamente pagati alla mia cliente a inizio dicembre”, fa sapere a ilfattoquotidiano.it l’avvocata Barone, specializzata in casi come questo.

Il Ciss aveva accettato sin da subito, a fine marzo 2023, la proposta conciliativa del giudice ma praticamente le criticità si sono ripresentate ancora all’inizio di quest’anno scolastico e persistono tutt’ora. “E’ importante far sapere a tutte le famiglie come la nostra che abbiamo vinto una causa e che uno studente con disabilità ha visto riconosciuti il diritto allo studio e alla frequenza scolastica con le idonee figure professionali che gli spettano. Si tratta – aggiunge Melluso – di una vittoria giudiziaria molto rilevante e tra le prime in assoluto per la provincia di Torino”. Al ragazzo spettano un totale di 18 ore di sostegno scolastico più altre 8 ore di assistenza educativa, di cui 2 ore di assistenza alla comunicazione con educatore specializzato. “Nonostante una sentenza di un giudice ancora oggi mio figlio non riceve l’assistenza alla comunicazione con il personale adeguato. Chiedo che si faccia giustizia e venga garantito quanto richiesto. Ci auguriamo che la situazione si risolva al più presto ma ancora una volta vengono calpestati i diritti degli studenti con disabilità”.

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