Ci avviciniamo al momento di archiviare le feste e scocca l’ora della dieta. Magari è una promessa che ci siamo fatti a inizio anno, magari è l’ago della bilancia che urla vendetta, ma di certo addio manicaretti! Potrebbe essere l’ora della dieta hormone reset?

La dieta ripristina-ormoni non è una novità assoluta ma comunque attrae, forse perché dura solo tre settimane e promette un dimagramento di ben 15 kg – irrealistico e anche poco salutare: un dimagrimento sano dovrebbe aggirarsi sui 500-1000 g la settimana. L’ideatrice è la ginecologa americana Sara Gottfried, laurea ad Harvard e autrice best-seller per il New York Times (tra l’altro, ha scritto Donne, cibo e ormoni, Fioriti 2022). Da buona ginecologa, si occupa molto di ormoni: noi donne siamo specialiste di tempeste ormonali in piena regola. Ma di ormoni ce ne sono di tanti tipi, e la dottoressa si concentra su un gruppo specifico più legato alla regolazione del peso corporeo.

Per un pugno di ormoni

Partiamo dall’insulina e dal suo antagonista, il glucagone. La prima controlla l’eccesso di glucosio nel sangue, il secondo la sua carenza. Quando si consumano troppi zuccheri, insulina e glucagone cercano di rimediare, ma ne deriva un circolo vizioso che favorisce il sovrappeso (e il diabete).

Altri due ormoni che agiscono in coppia sono la leptina e la grelina; la prima, auspicabilmente da attivare, favorisce la sazietà; la seconda stimola la fame. Contano anche gli ormoni tiroidei, addetti alla regolazione del metabolismo, e l’ormone della crescita, che stimola la combustione dei grassi. Da parte sua il cortisolo, il ben noto ormone dello stress, non si limita a mantenere alta l’allerta di mente e corpo: influisce anche sui livelli di glicemia, fa aumentare la fame e favorisce l’accumulo di grasso viscerale, il più pericoloso. A tutto ciò si aggiungono nella donna gli estrogeni: se in eccesso, causano ritenzione idrica e ingrassamento “a pera”, cioè l’adipe distribuito sui fianchi.

L’avrete capito, tutti questi ormoni lavorano in sinergia tra di loro – è dunque importante riequilibrarli – e sono influenzati dallo stile di vita. Proprio da qui parte la dieta per il ripristino ormonale.

21 giorni, 3 fasi

Dieta, attività fisica, lotta allo stress anche attraverso una corretta igiene del sonno: il protocollo Gottfried parte da presupposti indispensabili, il tutto supportato dalla depurazione e dall’uso di integratori.

Fase uno: si parte con la disintossicazione, da ottenere eliminando numerosi alimenti tra cui quelli contenenti glutine, i latticini, i dolcificanti naturali e artificiali (tranne la stevia, da usare pura o in foglie), la carne rossa, i cibi processati, l’alcol e la caffeina. Per lo più, stiamo parlando di alimenti pro-infiammatori, ma parrebbe controproducente escludere del tutto i latticini, soprattutto fermentati come yogurt e kefir, che aiutano a mantenere sano il microbiota. Certo, da soli non sono sufficienti, ma non va ignorato che negli ultimi anni una crescente evidenza collega l’alterazione della flora intestinale e l’obesità.

Fase due: sempre fuori discussione i cibi processati, le arachidi, la carne rossa, i cereali raffinati.

Fase tre: aumento dell’attività fisica.

Cosa mangiare

Gli ortaggi di stagione sono i grandi protagonisti, almeno 500 g al giorno. Carciofi, crauti, broccoli, cavolini, cavolo nero, spinaci, zucca, bietole ecc, preferibilmente bio per evitare di appesantire l’organismo con sostanze chimiche e additivi. Quanto alle proteine, bene lenticchie e altri legumi, uova, carni bianche e pesci di acque fredde pescati, ricchi di omega 3; il tutto sempre bio. Pochi i cereali (comunque integrali): da limitare moltissimo il pane, i corn flakes e altri preparati per la prima colazione e cracker. Bisogna poi evitare la frutta ricca di fruttosio a favore di frutti di bosco, olive, avocado, mele. Un po’ limitativo, considerato che un apporto moderato di frutta viene sempre raccomandato in una dieta equilibrata.

Il bilancio

Premesse buone, ma sviluppi non altrettanto. Nell’insieme, la dieta si rivela poco credibile e, di fatto, non è supportata da prove scientifiche: alla fine, la Gottfried non è una ricercatrice. Certo, il suo metodo stimola buone abitudini come l’attività fisica e l’igiene del sonno, cerca di regolare la glicemia escludendo gli zuccheri e puntando molto sulle verdure, ma esclude i latticini, quasi tutta la frutta e i cereali integrali, benché questi ultimi abbiano fibre di primaria importanza. Di certo, non è una dieta sostenibile sul lungo periodo, come invece dovrebbe essere un regime alimentare che sia anche educativo.

Il parere della nutrizionista

“Dalle nostre conoscenze scientifiche emerge che la scelta più efficace per permettere al nostro organismo (e alla nostra mente, nonché alle emozioni) di funzionare bene e mantenerci snelli, è adottare un sano stile di vita, che comprenda sia scelte alimentari che comportamentali, senza eccessive rigidità ed eliminazioni”, spiega la dott. Valentina Rossi, biologa nutrizionista e docente di alimentazione oncologica all’Università Milano Bicocca. “Uno degli stili alimentari più studiati ed efficaci per promuovere il buono stato di salute (anche dal punto di vista ormonale) è la dieta mediterranea originale, prestando particolare attenzione alla qualità alimentare: evitiamo dunque generalizzazioni come ‘il pane, i formaggi, la frutta fanno male’ e impariamo a scegliere. Bene anche i cereali integrali in chicco, il pane realizzato con farine integrali e lievito madre, i latticini fieno fermentati, un moderato consumo di frutta fresca di stagione e il caffè, ricco di antiossidanti e altre sostanze benefiche”.

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