È iniziata l’uscita graduale di forze israeliane dal settore nord della Striscia di Gaza, nel contesto di un ridispiegamento che prevede il ritorno in Israele di cinque brigate (fra cui due di riservisti) nel corso di questa settimana. Contemporaneamente i combattimenti si intensificano nel settore sud, in particolare a Khan Yunis, a Deir el-Balah e a Bani Suheila. Fonti locali aggiungono che all’estremità sud della Striscia, a Rafah, la popolazione teme l’imminenza di un ingresso di forze israeliane di terra che potrebbero assestarsi sull”Asse Filadelfì, al confine con l’Egitto.

“Gli obiettivi della guerra – ha dichiarato il portavoce militare, Daniel Hagari comportano combattimenti prolungati e noi ci organizziamo adeguatamente. Dobbiamo gestire la distribuzione delle forze sul terreno in maniera complessa, con particolare riferimento alle unità dei riservisti e alle necessità della economia”. “Unità di riservisti torneranno a casa questa settimana, sapendo che la guerra continua e che avremo ancora bisogno di loro nel 2024”. “Una parte dei nostri riservisti tornerà alle loro famiglie e ai loro posti di lavoro già questa settimana – aveva già affermato il portavoce – Questo sarà di aiuto all’economia del nostro mercato”. Hagari ha precisato che questo “aggiustamento” del ricorso alle forze combattenti nella Striscia rientra nei progetti delle forze armate relativi al 2024, “nella convinzione che in tutto l’anno a venire dovremo essere impegnati in combattimenti”. Comunque l’esercito israeliano sarà impegnato in combattimenti per l’intero 2024.

Intanto il governo israeliano ha dato istruzione all’esercito di rafforzare – con ostacoli di carattere fisico, assieme con la dislocazione di truppe – le linee di difesa sia a ridosso della striscia di Gaza sia lungo il confine con il Libano. Secondo Ynet i responsabili israeliani alla sicurezza si fa strada la consapevolezza che gli abitanti di quelle zone (centinaia di migliaia di persone, complessivamente) non saranno disposti a tornare alle loro case fintanto che continuino ad essere esposti alle minacce delle milizie attive a Gaza e degli Hezbollah nel Libano sud. I responsabili israeliani temono infatti, secondo il sito, che anche fra due-tre anni minacce immediate di sicurezza continueranno a gravare su quelle zone. Questi piani di difesa, secondo Ynet, prevedono la costruzione di alte muraglie e di altri ostacoli fisici. In particolare, precisa il sito, si rende adesso necessaria la protezione dalla minaccia dei razzi anticarro delle strade che corrono lungo quei confini. Alla luce della falla apertasi il 7 ottobre nelle difese di Israele, i nuovi piani prevedono, secondo il sito, la dislocazione permanente di migliaia di soldati, sia nella alta Galilea sia a ridosso della striscia di Gaza.

Lunedì Tel Aviv ha annunciato anche la morte di uno dei carnefici del kibbutz Kissufim che guidò le milizie di Hamas nel terrificante massacro di civili. Adel Masmah, comandante militare di primo piano di Hamas, è stato ucciso a Deir el-Balah, nel settore meridionale della Striscia di Gaza, da un aereo da combattimento israeliano dopo che il suo nascondiglio era stato localizzato dall’intelligence. Secondo il portavoce militare dell’esercito di Israele Masmah era il comandante locale della unità di élite di Hamas Nukhba e il 7 ottobre, nel giorno in cui l’organizzazione terroristica sferrò il micidiale attacco contro civili e militari israeliani sequestrando anche oltre 200 persone, comandò di persona la cruenta incursione nel kibbutz Kissufim (nella foto) ed inviò due altre unità di Nukhba contro i vicini kibbutz di Beeri e Nirim.

Secondo alcuni media una delegazione israeliana sarebbe al Cairo, in Egitto, per discutere di un potenziale accordo sugli ostaggi e una cessate il fuoco con Hamas. L’accordo sul tavolo vedrebbe il rilascio di circa 40 ostaggi israeliani in cambio di diverse centinaia di prigionieri palestinesi e una tregua di alcune settimane nella Striscia di Gaza. Non sono arrivate conferme a questa notizia. – Hamas, nelle ore precedenti, aveva ribadito che non accetterà di rilasciare gli ostaggi israeliani a Gaza prima della completa cessazione dei combattimenti. Una delegazione di Hamas è al Cairo.

Le ostilità proseguono. Più di 20 razzi sono stati lanciati da Hamas contro il centro e il sud di Israele proprio all’inizio del nuovo anno. La maggior parte è stata intercettata dal sistema di difesa missilistico Iron Dome, scrive il Times of Israel. Le sirene hanno suonato in varie località del centro del Paese, tra cui Rehovot, Ness Ziona, Holon, Lod e Modiin, così come Ashdod, Sderot e altre città del sud. Il servizio di ambulanze afferma che non ci sono stati feriti.

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