“Le Cinque Terre non sono in vendita, non siamo il bancomat della Regione”. Questo lo striscione che una delegazione di abitanti di Riomaggiore, Manarola, Corniglia, Vernazza e Monterosso ha srotolato fuori dal consiglio regionale per contestare i rincari dei treni regionali “Cinque Terre Express” concordati con Trenitalia per il 2024. A sollevarsi contro la decisione della Regione, negli scorsi giorni, le associazioni di categoria, il Consorzio Cinque Terre, l’associazione delle strutture ricettive e le proloco dei borghi liguri patrimonio Unesco.
L’aumento del costo dei biglietti del treno riguarderà solo le persone che non risiedono in Liguria e varierà in base ai periodi di bassa, media e alta stagione individuati dalla Regione.

Nei fine settimana da marzo a ottobre e nei mesi di luglio e agosto, i turisti pagheranno il doppio della tariffa ordinaria: 24 euro a testa per una tratta di 8 chilometri, su treni regionali spesso sovraffollati. Secondo i cittadini che si sono mobilitati contro gli aumenti, la scelta della Regione disincentiverà i turisti singoli, aumenterà le comitive, i pullman e l’uso di auto private, con un impatto negativo sulla vivibilità del territorio.

Il governatore Giovanni Toti difende la scelta condivisa con l’assessore al Turismo Augusto Sartori: “Questo tipo di tariffe sono adottate ovunque nelle offerte turistiche e aiuteranno a calmierare gli effetti più nocivi dell’overtourism”. Stando alle dichiarazioni della giunta regionale, il principale obiettivo dell’intervento non sarebbe tanto quello di “fare cassa”, bensì contrastare il sovraffollamento turistico. “Le nuove tariffe non ridurranno le presenze totali se non in misura minima, ma le spalmeranno – spiegano in una nota – Grazie alle diverse convenienze del biglietto e alla scelta del singolo turista, su un maggior numero di giorni e di mesi”.

L’ipotesi ottimistica della Regione è quella che un turista arrivi a spostare la visita delle Cinque Terre per risparmiare sul biglietto del treno. Per Toti le critiche di abitanti e associazioni di categoria, che conoscono bene i problemi legati al sovraffollamento turistico, si baserebbero su una “contrarietà ideologica all’utilizzo della tariffazione come elemento di selezione e segmentazione della domanda”. Per rendere ulteriormente digeribili gli aumenti per i turisti provenienti da fuori regione, i residenti dei borghi marinari potranno usufruire di uno sconto del 50 per cento sugli abbonamenti e viene annunciato l’aumento dei treni serali nei periodi di alta stagione, oltre a un contributo forfettario di 500.000 euro per tutti i comuni delle Cinque Terre, da destinare a investimenti sul territorio.

Nonostante questi accorgimenti, che evitano impatti economici diretti del raddoppio delle tariffe dei treni regionali in alta stagione, le associazioni restano contrarie e hanno espresso le loro critiche in consiglio regionale nei giorni scorsi. “Rischiamo di passare da meta turistica internazionale a trappola per turisti – scrivono in un documento sugli effetti delle nuove tariffe ferroviarie – favorendo le più impattanti grandi comitive e il traffico privato su gomma”. Contrari all’aumento tutti i gruppi di opposizione in Regione, che contestano le modalità unilaterali con le quali la giunta regionale ha siglato l’accordo con Trenitalia e il merito del provvedimento. Per il segretario dem Davide Natale “la misura approvata è esclusivamente una manovra per fare cassa e non incide sul problema dei sovraffollamento. Siamo di fronte a una giunta che decide le sorti economiche e sociali di un territorio senza nessun analisi o supporto scientifico, la rimodulazione delle tariffe non è stata accompagnata da nessuno studio sui flussi turistici”.

“Non è pensabile che la gestione dei flussi sia risolvibile con un semplice aumento delle tariffe, che è una logica aziendale interessata unicamente al profitto – aggiunge Roberto Centi per la lista Sansa – la selezione dei flussi viene ricondotta unicamente a criteri legati al reddito, escludendo a priori le famiglie che non possono permettersi i trasferimenti e penalizzando anche la mobilità dei lavoratori non residenti”. Per le opposizioni, al posto di aumentare il costo del cosiddetto “Cinque Terre Express”, il sovraffollamento turistico andrebbe contrastato con una pianificazione che preveda la valorizzazione di sentieri meno battuti, la programmazione dei gruppi e delle presenze legate alle crociere, “ambiti turisticamente più impattanti rispetto ai quali non c’è stato nessun intervento”.

Ad approfondire i dati relativi ai flussi turistici sono le stesse associazioni territoriali che contestano gli aumenti. Secondo l’analisi degli operatori locali il provvedimento causerebbe un danno della reputazione delle Cinque Terre e non andrebbe nella direzione di una gestione sostenibile dei flussi, aumentando il traffico automobilistico e l’uso di battelli, mezzi che comportano maggiori criticità dal punto di vista del sovraffollamento turistico. Il rischio sarebbe quello di peggiorare ulteriormente la vivibilità del territorio, con aumento degli ingorghi sulle strette strade tra i paesi.

Le associazioni propongono l’apertura di un tavolo per pianificare soluzioni alternative, ridurre la durata di quella che viene considerata “alta stagione” e offrire sconti per privilegiare chi pernotta in strutture ricettive certificate dal Parco Nazionale delle Cinque Terre.
Roberto Vegnuti, che ha elaborato i dati dei flussi turistici per il Consorzio turistico Cinque Terre, suggerisce di avviare un osservatorio socio-economico “per orientare le politiche di settore e la pianificazione territoriale e dei servizi” in maniera più precisa. Per farsi un’idea di quale sia l’impatto turistico sulle Cinque Terre, in base ai dati disponibili, gli ospiti delle strutture ricettive del territorio rappresentano 64 volte il numero degli abitanti. Considerando anche i visitatori giornalieri, si stima che ogni anno la zona attiri un flusso turistico di 4 milioni di persone, a fronte di una popolazione di 3.900 residenti.

“Da almeno dieci anni i Comuni e le associazioni sul territorio lavorano per studiare, gestire e arginare il sovraffollamento turistico – aggiungono dalle associazioni territoriali – prendere provvedimenti senza coinvolgere le realtà territoriale può solo portare a iniziative controproducenti come questo aumento tariffario, rispetto al quale ci auguriamo le istituzioni sappiano fare un passo indietro”.
Incurante della pioggia di critiche, la giunta regionale conferma che la nuova tariffazione entrerà in vigore a marzo, ma i risultati verranno monitorati per valutare l’efficacia dell’iniziativa e pianificare eventuali correttivi per il 2025.

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