Sono quasi 18mila e 800 i morti nella Striscia di Gaza dallo scorso 7 ottobre. Un numero catastrofico, al quale però bisogna aggiungere chi, compresi anziani e bambini, è ancora sotto le macerie. “Stiamo parlando di migliaia di persone. Non ci sono i mezzi per estrarre i corpi o per recuperare i morti rimasti instrada” racconta in un audio un operatore di Oxfam fuggito dal nord della Striscia. “Al sud la situazione è orribile: non si trova nemmeno la farina per il pane o la legna per il fuoco. C’è la fame. E non è nemmeno paragonabile a quello che accade al nord. Lì le persone vengono lasciate morire e non c’è nessuna copertura mediatica. È una catastrofe, qualcosa che non ho mai visto e che non avrei mai immaginato”

Il racconto fa parte di una serie di testimonianze giornaliere degli operatori e dei manager di Oxfam a Gaza che ilfattoquotidiano.it ha deciso di pubblicare. L’obiettivo è avere giorno per giorno un racconto in prima persona da parte dei civili a Gaza, coloro che in questo momento stanno pagando il prezzo più alto del conflitto.

LA PETIZIONE – Nessuna risposta umanitaria significativa potrà esserci senza un immediato cessate il fuoco. Per questo Oxfam ha lanciato un appello urgente al governo italiano e ai leader europei a cui si può aderire su: https://www.oxfamitalia.org/petizione-gaza/

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