Chiusa a chiave, segregata, impossibilità a uscire. E quando lui non c’era, lei, incinta, era sorvegliata dalle cognate. A 19 anni era stata costretta a vivere nella loro casa di Palma di Montechiaro, nell’Agrigentino, dal marito 25enne. Che ora è stato condannato a 3 anni e sei mesi per maltrattamenti e sequestro. “Non sai fare la donna di casa. Tu sei donna e devi solo stare a casa a pulire e cucinare”, le diceva l’uomo che ora dovrà risarcirla con 15mila euro.

I fatti sono avvenuti tra febbraio e settembre del 2021, periodo in cui la giovane era in gravidanza. La ragazza sarebbe stata picchiata e offesa ripetutamente: “I tuoi genitori sono zingari, tu sei diventata ‘signora’ solo grazie a me”. Stando a quanto è emerso durante il processo, nel febbraio di due anni fa, dopo avere fatto il test di gravidanza e scoperto di aspettare un bambino, la ragazza sarebbe stata picchiata per costringerla a non raccontare a nessuno che era incinta. L’uomo l’aveva terrorizzata, anche attraverso messaggi su Whatsapp, minacciandola di sottrarle la bambina qualora non avesse obbedito. La 19enne, a un certo punto, ha denunciato vessazioni, offese, minacce, maltrattamenti e ha raccontato di essere stata segregata in casa.

Palma di Montechiaro, dove i due vivevano, è lo stesso paese in cui martedì scorso un 48enne pregiudicato ha aggredito e lanciato acido contro la moglie, rimasta ustionata alla guancia destra e alla spalla. La donna lo aveva denunciato e, da metà novembre, era ospite, assieme alla figlia nata da una precedente relazione, in una casa protetta. Martedì la cinquantenne, senza dire niente né alla polizia né agli operatori della struttura, è andata nella casa dove aveva vissuto in precedenza per prendere dei vestiti, avvisando il marito in anticipo. Quando è arrivata è stata aggredita.

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