L’ultimo in ordine cronologico è il dottor Lorenzo Sampietro. Non è stato a lungo con le mani in mano il geriatra genovese ex direttore sociosanitario della Asl3 di Genova, che all’atto della nomina aveva ricevuto il preciso incarico di realizzare l’integrazione ospedale-territorio cuore della riforma della prima giunta Toti. “I direttori sociosanitari rientrano in una politica di avvicinamento della sanità alle esigenze dei singoli…. Crediamo che questa organizzazione possa fare la differenza in termini equilibrio, sostenibilità dei costi ed efficacia della risposta ai cittadini“, aveva sottolineato nel 2018 il governatore della Liguria al conferimento dell’incarico. Che è poi terminato a fine luglio per il pensionamento, avvenuto al compimento dei 70 anni di età. Giusto il tempo di una vacanza e a metà settembre Sampietro ha ricevuto un nuovo e delicatissimo incarico, questa volta direttamente presso la super Asl ligure, Alisa. Quest’ultima aveva necessità di migliorare la gestione delle liste d’attesa delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario regionale e, “in considerazione della comprovata esperienza e specializzazione in materia dallo stesso maturata”, ha deciso di puntare su Sampietro che allo scopo ha predisposto un progetto intitolato “Riduzione delle liste di attesa obiettivo raggiungibile“, come si legge nell’atto con cui il direttore generale di Alisa ha conferito all’ex numero uno della Asl di Genova un incarico di consulenza annuale (eventualmente prorogabile) da 36mila euro.

Prima di lui era stata la volta del professor Ferdinando Cafiero, oncologo ed ex primario di Chirurgia al Policlinico San Martino in pensione da circa un triennio e pure ancora molto presente in ospedale, dove dispone addirittura di uno studio personale, come ha riferito nei giorni scorsi una lettera anonima riportata dal Secolo XIX, secondo la quale “qui ci sono medici che non sanno dove visitare un paziente e lui… forse ha amici in alto”. Sia come sia, ad agosto il professore si è visto rinnovare di un altro anno (prorogabile) la consulenza da 36mila euro con Alisa, che nel 2022 lo aveva scelto per attivare un progetto per le attività chirurgiche di elezione sul territorio regionale, “con particolare riferimento al miglioramento delle performance delle strutture chirurgiche afferenti al Servizio sanitario regionale”, come si legge nell’atto di nomina originale che cita la “comprovata esperienza” del professore in materia e il suo progetto sull’informatizzazione, innovazione tecnologica ed efficientamento delle attività di chirurgia generale e specialistica della Regione. “Chirurgo molto noto in città, in ottimi rapporti con il mondo politico a 360 gradi, ha avuto due incarichi – sintetizza invece il quotidiano genovese – uno triennale gratuito da Liguria Digitale di coordinamento con le Asl liguri per l’attività chirurgica e uno da Alisa per ‘rendere il percorso operatorio standardizzato in tutte le sale operatorie degli ospedali liguri'”. Al Secolo il professore ha dichiarato che lo studio al San Martino gli è stato dato in seguito a una richiesta di Liguria Digitale e la direzione del Policlinico ha confermato.

L’incarico di Ernesto Palummeri, altro geriatra in pensione e storico consulente di Alisa, di cui è stato il referente per le Rsa per tutta l’emergenza pandemica dopo la nomina dell’aprile 2020, è invece in scadenza a dicembre. Lo scopo di questo mandato da 36mila euro, era quello di elaborare dei progetti specifici per l’assistenza territoriale agli anziani fragili che costituiscono una fetta importante della popolazione ligure, la più anziana d’Italia. Una buona parte di loro vive in Rsa e soffre di patologie neurodegenerative e decadimento cognitivo, eppure in queste strutture ancora oggi vengono attuate misure segreganti a fronte di casi di Covid o più semplicemente all’ingresso in struttura, nonostante il virus sia stato declassato a influenza.

“Le disposizioni di legge che vigono in tema di attivazione del PNRR consentono il conferimento di incarichi di lavoro autonomo, per loro natura necessariamente flessibili, di professionisti in pensione, le cui esperienze e conoscenze siano efficacemente utili alla realizzazione di progetti connessi alle missioni del PNRR”, commenta Alisa che tiene a sottolineare la correttezza normativa dell’assegnazione degli incarichi. “La scelta aziendale si è orientata su professionisti, già noti in Regione Liguria, in virtù del loro più che adeguato curriculum. La loro presenza afferisce ad uffici aziendali efficacemente integrati dai professionisti in argomento”, aggiunge la super Asl che ha da poco assegnato un appalto da 2 milioni di euro a un raggruppamento di imprese milanesi capitanate da Kpmg e selezionate da Consip, per progettare un percorso di rimodulazione dell’offerta di servizi sanitari, riabilitativi e sociosanitari offerti dalla Regione alla luce delle sfide che “il servizio sanitario ligure si trova davanti e che sono principalmente legate all’andamento demografico“, con l’invecchiamento della popolazione che “comporta una maggior richiesta di servizi sanitari complessi, nonché la necessità di ricorrere al supporto di specifici tecnici di supporto strategici ed organizzativi, nonché di consulenza tecnica in ambito sanitario”.

Ma queste ultime sono “azioni strategiche di grande importanza e che non sottraggono risorse ad altre emergenze”, come sottolineano ancora da Alisa. Di cui tutto si può dire, tranne che non si occupi degli anziani, insomma. Senza contare che oltre al parterre di consulenti pensionati della Regione, sul territorio ci sono figure chiave come quella del Garante dei diritti degli anziani per la quale il Comune di Genova ha scelto il 74enne neurologo in pensione Paolo Tanganelli. Quest’ultimo ha all’attivo, tra il resto, un progetto intitolato Realizzazione di una rete assistenziale integrata per via telematica per i soggetti con Alzheimer nel ponente del comune di Genova, finanziato nel 2001 dal ministero della Salute, mentre nel 2004 ha vinto il Premio Nazionale FORUM P.A. Sanità, con il progetto Collegamento telematico tra ospedale e territorio per la continuità assistenziale. In pratica il professore vent’anni fa promuoveva cose analoghe a quelle che oggi la regione insegue. Del resto si tratta di “una figura di profilo altissimo”, come ha detto l’assessore alle Politiche per la Famiglia del Comune di Genova, Lorenza Rosso, all’atto della nomina definendola una “garanzia non solo di competenza, ma anche di empatia e capacità di ascolto”. Tra i compiti della nuova sfida, quello di monitorare “il rispetto dei requisiti qualitativi dell’assistenza e dei servizi erogati agli anziani da strutture pubbliche e private” e quello analogo di “vigilare sul rispetto della qualità dell’assistenza prestata agli anziani ricoverati in strutture residenziali e in altri ambienti esterni alla loro famiglia, al fine di segnalare ai servizi sociali e all’autorità giudiziaria le situazioni che richiedono interventi immediati di ordine assistenziale e giudiziario”.

Rispetto a quello che il garante non deve fare, invece, il regolamento si limita a citare l’incompatibilità dell’incarico “con l’esercizio contestuale di funzioni pubbliche nei settori della giustizia, della gestione di enti pubblici o privati operanti in materia sociale, educativa o socio-sanitaria”. Certo fare il medico per una Rsa non è sicuramente un lavoro gestionale, ma alla notizia recente dell’incarico di Tanganelli presso la Rsa Joy di Genova ha fatto sorgere una domanda che non è: “Chi sorveglia i sorveglianti”? Bensì: “Ma Tanganelli lo sa che Joy applica a propri dipendenti il contratto Anaste che è accusato dagli stessi sindacati di essere strumento di sfruttamento dei lavoratori, con inevitabili ricadute sulla qualità dell’assistenza?”.

Non solo. La targa con il nome di Tanganelli che campeggia all’ingresso della struttura che è convenzionata con il Comune, riporta il logo dello stesso Comune di Genova e la scritta Garante dei diritti degli anziani: qualcuno potrebbe scambiarla per una specie di certificazione di garanzia? Ilfattoquotidiano.it ha girato la domanda direttamente al Comune che, acquisita l’informazione ha chiesto la cancellazione del logo dell’Ente e della dicitura Garante per gli anziani perché “inopportuna”. Il professore fa sapere di non aver fatto caso all’iniziativa che era stata presa direttamente dalla Joy. Non ci sono comunque le condizioni perché il Comune chieda formalmente al Garante di fare un passo indietro rispetto alla sua attività che non confligge con alcun regolamento.

Riceviamo e pubblichiamo la seguente precisazione di Alisa

Per quanto riguarda l’assegnazione determinata da delibera 188 del 03/08/2023, è doveroso precisare due elementi: l’Accordo Quadro Sanità Digitale, nel suo complesso, è una iniziativa messa in pista da CONSIP con la finalità di armonizzare il mercato degli applicativi sanitari e dei servizi a supporto, diretta ad enti sanitari Centrali (compresi i Ministeri, ISS e AGENAS) e Regionali (Aziende Sanitarie ed Ospedaliere, Az. Zero e DG Welfare) che fornisce un meccanismo di Procurement, direttamente supervisionato da ANAC, in grado di azzerare i costi delle procedure (redazione capitolato, nomina commissione, assegnazione, stipula del contratto, verifiche sugli assegnatari ed eventuali costi connessi a ricorsi ai TAR). In particolare, il Lotto 5 a cui Alisa ha aderito, è relativo a Servizi di supporto non necessariamente connessi con attività di digitalizzazione, ma riguardano anche attività di supporto Strategico e di Governance dei processi dell’Ente.
Venendo all’oggetto dell’assegnazione, poi, i servizi strategici e di governance richiesti, sono diretti ad affrontare, tramite una approfondita analisi e la precisa definizione delle strategie correttive, il tema complesso (e caldissimo) del rapporto tra il fabbisogno e l’offerta di servizi sanitari per la Regione Liguria. Come è ben noto, tale rapporto, è strettamente correlato sia con la profondità delle liste d’attesa che con il fenomeno della mobilità passiva.

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