Paraurti e protezioni rigide con il 20% della massa in plastica riciclata, nessuna cromatura estetica né pelle animale, motorizzazioni ibride o a GPL e addio al diesel. La terza generazione della Dacia Duster debutta nel secondo trimestre del 2024 con linee più cesellate e robuste oltre che con un’impostazione più amica dell’ambiente. Il Suv prodotto in Romania al ritmo di un esemplare al minuto propone anche il sistema inedito YouClip, che attraverso dei punti di fissaggio (4, sulla versione base, o 6) consente di agganciare funzionali accessori destinati alla personalizzazione della vettura: dal supporto per il tablet per gli occupanti del divano posteriore al porta telefonino fino al contenitore per la bottiglia di acqua.

La Duster è un modello strategico per Dacia e, se possibile, ancora di più per la sua filiale italiana che ne ha già consegnati 310.000 esemplari (il 14% del totale). La futura assenza della motorizzazione a gasolio si farà sentire, anche perché lungo lo Stivale incide per la metà dei volumi del Suv ed è molto richiesta al Sud.

La confermata disponibilità dell’unità ECO-G a GPL da 100 Cv basata sul rodato mille benzina dovrebbe sopperire almeno in parte alla domanda di chi ha la necessità di far quadrare i conti: il combustibile alternativo costa 0,7 euro al litro e l’autonomia può arrivare a 1.000 km (50 litri di GPL e 50 di benzina). In Italia in ottobre Dacia ha commercializzato il 78% (in media il 75%) dei propri modelli con questa alimentazione, che in Europa vale comunque il 60% dei volumi del marchio. In termini di CO2 le emissioni sono almeno del 10% inferiori alle soluzioni convenzionali.

Gli altri due sistemi sono elettrificati: uno è lo stesso lanciato sulla Jogger, l’Hybrid 140, ed è una novità per Duster, l’altro, il è il TCe 130, che è invece una novità per Dacia.

Il primo è un Full Hybrid che lavora con il 4 cilindri benzina da 1.6 litri da 94 Cv, con due motori elettrici (un motore da 49 Cv e uno starter/generatore ad alta tensione) e un cambio automatico elettrificato a 4 rapporti termici e 2 elettrici. Abbinato alla batteria da 1,2 kWh permette di circolare in città fino all’80% del tempo a zero emissioni e di ridurre i consumi del 20% nel ciclo misto e fino al 40% quello urbano. Il secondo abbina un tre cilindri sovralimentato da 1.2 litri a ciclo Miller ad un sistema mild hybrid da 48V che abbatte le emissioni di circa il 10%. La batteria ha una capacità di 0,9 kWh. Questa motorizzazione è la sola che si può avere anche a trazione integrale.

Il listino non è ancora stato definito, ma il numero uno di Dacia Denis Le Vot ha precisato che “nella maggior parte dei mercati europei il prezzo d’ingresso sarà inferiore ai 20.000 euro”. Dei tre allestimenti, l’entry level non avrà tuttavia né il nuovo sistema multimediale con schermo da 10,1” né i nuovi cerchi da 18”, la dimensione massima prevista dal costruttore.

Almeno in Italia la stima è per una domanda decisamente limitata per la declinazione base (una su dieci), perché anche i clienti di Dacia si stanno rivelando sempre più esigenti. Benché sia stata sviluppata sull’architettura CMF-B dell’Alleanza Renault-Nissan, le dimensioni della nuova Duster sono pressoché sovrapponibili a quella uscente: 4,34 metri in lunghezza, 1,66 in altezza (30 millimetri in meno) e 180 in larghezza (10 in più). Invariato anche il passo (2,68 metri), ma il costruttore assicura almeno una trentina di litri di capienza in più per il vano bagagli, che per le varianti 4×2 con i sedili in configurazione normale a 5 posti parte da 472.

Oltre all’immagine più robusta, designer e ingegneri hanno conferito alla Duster anche 7 millimetri di altezza libera da terra in più (217) per consentirle eventuali escursioni in fuoristrada, motivo per il quale le declinazioni 4×4 dispongono anche di due modalità di guida aggiuntive (snow e mud/sand).