Praga sembra Napoli senza San Gennaro. Magica, con il pallino dell’occulto e culto dei morti, misteri e leggende.
Praga, la Parigi dell’Est, dove si nutri’ di letteratura e bellezza Milan Kundera. E quel insostenibile leggerezza dell’essere Generoso e Roberto di Meo l’hanno trasferita nel format ballo itinerante in giro perle capitali del mondo, Parigi, Londra, Vienna, Mosca, Varsavia,Madrid. E sono 22. Di strada ne hanno fatto parecchia i fratelli di Meo. Da un’intuizione con la prima mostra nel 2002 “Fotografi in Cantina” realizzata nella loro azienda vinicola a Salza Irpina nella Casina di caccia borbonica.

Vecchia nobiltà in salsa Art Nouveau il dress code per le dame era piume e perle, ghirlande di fiori e stole. Tante sfumature di Mucha trasferite su scollature e scapigliature prese in prestito da Arcimboldo. Mucha, il più grande illustratore del Novecento, a Parigi ha firmato i primi manifesti per Nestlè e Moet Chandon, praticamente è stato il padre ante-litteram della pubblicità.

Varcata la soglia della Municipal House, il più importante edificio in stile Art Nouveau di Praga, tra pitture di Mucha, mosaici di Spillar sotto una gigantesca cupola di vetro si trova la più grande sala da concerto di Praga. Dunque, concerto di voci bianche e installazioni digitali in tema.
Chi c’era sul red carpet in velluto rosso? Comincia la passerella di volti noti con Fulvio Martusciello, parlamentare europeo e leader di Forza Italia, con lady green, sua moglie Valentina, il meglio dell’imprenditoria made in sud rappresentati da Mariano Rubinacci, Mario Abate, Francesco Mollo Caracciolo Mastrangelo, Luigi e Marta Di Persia, Giorgio Nocerino, Mimmo e Francesco Tuccillo, Nicola Amenta, Pierluigi Coppola e Maurizio Paternò, e donne gagliarde di fatto non solo di bal en tete: Sandra Gallo Lotti, Bitti Cattaneo della Volta, Rosita Puca, Donatella Dentice, Giusi Ferrazzani, Roberta Buccino, Mica Falco, princesse Federica de Gregorio (della task force napoletana), Beatrice di Borbone delle due Sicilie, principe Luca Pignatelli con la bellissima Margareta. Divina come sempre Maria Djuric, artista e stilista ma sopratutto creatrice di se stessa.

Un piede qui, un piede li’, Barbara Bouchet, nata vicino a Praga sotto i tempi cupi del Terzo reich, a Napoli si è illuminata quando ha incontrato l’uomo della sua vita Luigi Borghese. Noblesse papalina ( Ruspoli, Giovanelli, Gaetani, Colonna) che si intreccia con l’alta aristocrazia della Mitteleuropa, Elena von Hessen, nipote di Mafalda di Savoia, e Principi Ferdinand e Marie von Schwarznberg.

E si brinda con i Tre Bicchieri, l’Oscar dell’enologia, al loro Fiano d’Avellino. Of course. “Ho scelto Praga perché rappresentativa di quelle piccole nazioni del centro Europa, la cui cultura e civiltà è stata per molti anni trascurata dall’Occidente. Un po’ come è accaduto per Napoli, la cui cultura è stata ridotta per anni a mero folklore e a banali stereotipi, prima che ne rivalutassero l’importanza” , afferma Generoso Di Meo.
Certo, prima dell’avvento del distrut/turismo. Avvilente vedere come le città d’arte siano guastate e “calpestate” da piedi vandali. Il contrario della leggerezza dell’essere!

Articolo Precedente

‘Chi mi ama mi segua’ compie 50 anni. Fu il colpo di genio di Oliviero Toscani. Lo difese pure Pier Paolo Pasolini che gli dedicò uno dei suoi “Scritti Corsari”

next
Articolo Successivo

“I turisti a Napoli sono come le vacche sacre di Calcutta. Inamovibili e ingombranti”. Erri De Luca non parla mai “A schiovere. Vocabolario napoletano di effetti personali”, è un incanto

next